Napoli-Cagliari: fischio d’inizio, l’attacco del Napoli fa sparire la palla, la trova Hamsik, tiro e rete. Partita finita. Il resto è stata dimostrazione di gioco: l’accademia partenopea ha mostrato il meglio del proprio calcio all’ora di pranzo. La squadra isolana, invece, ha traballato in tutti i reparti, e ora la panchina del suo allenatore è molto a rischio. Gli azzurri, si sa, sono una squadra vera, si muovono all’unisono e danno spettacolo. Così si deve fare: nel calcio si deve comprendere che la finalità della competizione è esclusivamente il bene della squadra, il bene comune. Certo, come nella società, così negli sport di squadra, i singoli possono avere necessità diverse. Nell’attività calcistica la voglia /necessità di vincere spinge a operare secondo la propria visione e le proprie capacità; talvolta queste necessità potrebbero mettere in contrasto i singoli. Bisogna essere capaci, invece, di trasformarle in energie convergenti. Ciò può essere raggiunto, nel calcio come nella società, se si opera come squadra, senza pregiudizi.

INTER AFFIDATA AI SINGOLI

Non mi pare che all’Inter siano di tale parere. Buoni calciatori che giocano ognuno per sè; poi ti capita il Brozovic della giornata, che in tre minuti segna due reti e per il – quasi – già retrocesso Benevento scende la notte, nonostante l’impegno dei bauscia per lasciar riaprire la partita. Spalletti ha schierato Candreva più al centro, in posizione da assaltatore; la mossa è parsa senza dubbio positiva. Ho visto Fofana dare una grande spinta per la vittoria dell’Udinese contro la Samp: a mio parere potrebbe essere il calciatore che manca all’Inter per dare forza e inventiva al centrocampo, un piccolo ma giovane Vidal.

IL MILAN PERDE ANCORA

Montella continua a ripetere che i casciavit giocano coesi e convinti, ma i risultati non gli danno per niente ragione.  Contro la Maggica, dopo un primo tempo che si poteva anche evitare di giocare, tanto che sarebbe stato corretto far pagare il biglietto a tutti i calciatori, la ripresa è stata ancora più lenta. Senza grandi sforzi la Roma ha piazzato due reti: la prima negli scorsi anni sarebbe stata considerata autorete di Romagnoli. Quasi senza volerlo, il Milan non ha fatto alcunché per non perdere. I milanisti dovranno molto riflettere sulla consistenza reale della loro squadra, difesa in particolare. Merita la sufficienza solo Borini, un attaccante costretto tutta la partita a fare il terzino; Bonucci pare completamente involuto e Donnarumma un portiere normale. Ora, per fortuna, i rossoneri avranno due settimane per preparare il derby; sulla panchina di Montella si allunga l’ombra di Ancelotti. La Roma ha confermato la propria solidità: è una squadra forte che bisogna affrontare con umiltà, chiamandola in avanti per colpirla in contropiede, l’esatto contrario di quanto fatto dai campioni di ferragosto.

L’ATALANTA FERMA LA JUVENTUS

La Dea contro i Gobbi non fa mai punti, e anche in questa giornata così pareva. Ci aveva subito pensato quel paperone di “striscia la Berisha”, più citofono che portiere; poi avanti Juve, la partita apparva finita in venti minuti dopo la rete del raddoppio, lo abbiamo pensato tutti. L’Atalanta era subito apparsa in difficoltà tecnica ma, specialmente, psicologica. Poteva andar bene così; ho scommesso che l’Atalanta non arriverà fra le prime sette. Sentivo dentro di me una vocina: se avanzerà in Europa non sarà, al termine del campionato, fra le prime dieci, non può dedicarsi a due traguardi. Poi una “spendida” parata di Buffon ha permesso a Caldara di fare il goal, in quel momento, della bandiera. Perchè il portierone, come Totti, non capisce quando è il momento di vedere il calcio alla televisione? La rete ha dato energia ai bergamaschi che sono partiti all’attacco. Gasperini ha capito che serviva un attaccante come Petagna che permettesse alla Dea di tenere alta la squadra e, a metà della ripresa, è arrivato il più che meritato pareggio, pota, con splendida rete di Cristante. Poi, Var o non Var, l’arbitro voleva la vittoria della Juve: rigore per i bianconeri, ma San Giovanni non ha fatto inganni e Berry, ipnotizzato Dybala, ha effettuato la parata della vita. Allora si è provato a disporre sei minuti di ricupero ma niente da fare, il Napoli è solo in testa alla classifica e alle Gobbentruppen solo la soddisfazione di aver raggiunto i bauscia al secondo posto. E il Milan? Niente paura: c’è ancora, ma un poco più indietro.