Questa domenica potrebbe essere stata scritta la linea netta di separazione fra un passato bianconero e un futuro, finalmente, a colori. La Samdoria, schierata in modo impeccabile da Giampaolo, ha impartito una lezione di calcio ai gobbi. Si è portata sul 3-0 e poi solo il classico braccino, che prende il giovane tennista quando si accingere a sconfiggere Federer, ha permesso alla Juve di rendere la sconfitta meno roboante. La squadra pare psicologicamente a terra e il gioco non scorre fluido come nel passato; poi, quando gli avversari si rendono conto che non sei più imbattibile, si buttano come lupi sulla preda. Può essere solo una sensazione, ma una squadra bianconera così dimessa non la si vedeva da dieci anni. Sarà veramente la giornata spartiacque? Il campionato avrà un prima di oggi ed un dopo con Napoli Roma e, forse, Inter con denti digrignanti? Speriamo!

IL NUOVO MILAN FA FLOP

Bellissima la rete di Romagnoli nel quasi post partita di Napoli-Milan: è uno dei pochi calciatori non “nuovi” dei casciavit, a dimostrazione del fallimento della stratosferica e fantasmagorica campagna acquisti milanista dell’estate trascorsa. Sarà stato anche un tiro della domenica, anzi lo è stato sicuramente – ha dimostrato che Reina non ha più la reattività di qualche anno fa – ma ha fatto capire che Sinisa i giocatori li aveva saputi scegliere. Il Milan non ha mai messo in difficoltà i capo classifica; ha lottato come una provinciale ma nessuno ha mai dubitato sul risultato. Montella ogni settimana ripete che ha visto bene il gruppo: se lo vedesse male lo porterebbe in B. Gli azzurri non sono quelli di un mese fa, ma con l’ingresso di Mario Rui hanno ridato forza alla parte sinistra vedova di Ghoulam; Insigne è apparso incontenibile, solo un masochista come Ventura ha potuto tenerlo lontano dalla tragica notte di San Siro.

IL POST SVEZIA

Vittoria meritata della Maggica nel derby del Cupolone: la Lazio non esce però ridimensionata. Ha perso la trebisonda per una decina di minuti, e contro una squadra forte e in formissima come la Roma non puoi permetterti cali di tensione. Le due partite, secondo la concezione attuale del calcio in Italia, possono considerarsi divertenti. Atleti muscolosi che mirano a pressare per non far giocare gli avversari, velocità impensabile alcuni anni fa ma la differenza, vedi Perotti a Roma e Insigne a Napoli, la fa chi a calcio sa giocare, ragionando. Il concetto vale anche,per la politica: oggi paiono aver successo coloro che più urlano seguendo la legge della montagna, chi vusa puse’ la vaca l’è sua. Ma i grandi politici non hanno bisogno di gridare per acquisire autorevolezza: la ottengono con il ragionamento, studiando l’evolversi dei bisogni della società, prevenendone le conseguenze e intuendo come anticiparne le soluzioni. Così dovranno subito fare le istituzioni calcistiche, specchio della nostra politica, se non vogliono vedere morire, con gravi problemi nella società, il gioco del calcio in Italia. Bisogna spingere i giovani a praticarlo, non solo a fare i tifosi; vanno sovvenzionate le entità, siano esse oratori o altro, che si impegnino seriamente all’educazione calcistica. Se non si agirà rapidamente, con dirigenti preparati e non solo ex calciatori, la china per la quale ci siamo incamminati porterà all’impoverimento di tutto il sistema calcistico fino alla sua fine.

INTER ANCORA SECONDA

Commovente il tifo bauscia: anche in questa giornata, Meazza pieno. Il derby con la Dea è molto sentito dalle due tifoserie che non si lasciano sfuggire l’occasione per gli sfottò. Primo tempo molto tattico, l’Atalanta passa la metà campo solo sui rinvii di Berisha, i bauscia attaccano con lentezza e confusione. Solo Icardi, a metà tempo, riesce a liberarsi di forza ma spara addosso al portiere. I centrocampisti si annullano a vicenda e l’incontro non ha impennate che scatenino applausi dalle tifoserie; quella interista si incavola per la lentezza nei rinvii di Handanovic, Borja Valero e Perisic appaiono fuori dal gioco e Il Papu è sovrastato da Skriniar. Null’altro nel primo tempo. Non si capisce perché Candreva è Perisic, anziché giocare sulle ali, stazionino entrambi vicino ad Icardi. Partito il secondo tempo, si è vista una Beneamata con un atteggiamento diverso. Corsa, passaggi precisi e velocità: un quarto d’ora e Icardi ha chiuso la partita con due colpi di testa irresistibili. La Dea ha cercato con Petagna di mettere peso in attacco, ma l’ex milanista si è mostrato solo capace di tuffarsi. Gasperini deve aver pensato che il prossimo giovedì dovrà giocare in Europa e ha tolto il Papu; già prima non aveva attacco, figuriamoci dopo. Ora l’Inter è la prima inseguitrice del Napoli; stiamo a vedere, il campionato si fa interessante.