Non è facile seguire un campionato che oramai è divenuto uno spezzatino assoggettato a mille obblighi esterni: le coppe europee, la necessità che le partite di maggior interesse siano viste nei paesi asiatici e al desiderio che la Juve abbia quasi una settimana di riposo per una partita di coppa da giocare – in Francia – contro una squadra che, da noi, avrebbe difficoltà a battere l’Atalanta. La Potasquadra ha saputo mettere, specialmente nel primo tempo, in grande difficoltà i gobbi che, sarebbe stata summa iniuria, hanno poi rischiato di vincere. Ancora una volta per la Dea è risultata fondamentale la presenza di Andrea Masiello.

Nel passato lo è stato in modo negativo, ma a Bergamo è divenuto il vero leader che comanda e gestisce tutta la difesa. Quando contro l’Inter è mancato lui l’Atalanta ha subito una scoppola storica; con lui in campo, i laterali possono avanzare sapendo di essere coperti e Caldara, giovane di buone prospettive, può giocare senza eccessive pressioni. La Juve ha sofferto la velocità dei bergheimer, poi la maggiore esperienza le ha permesso di recuperare. Al termine giusto pareggio che trascina la sorpresa dell’anno all’Europa League.

Nella stessa giornata è uscito il dato che permette di comprendere l’assorbimento di tecnologia nel Belpaese: il +22.2%, ottenuto confrontando i primi trimestri 2017 vs 2016, di ingresso ordini di macchine utensili in Italia, rende agevole comprendere quanto siano stati tempestivi Renzi e Calenda nel lancio del Piano Nazionale Industria 4.0. Le aziende lo hanno ben compreso e stanno esprimendo una grande volontà di investire per meglio competere nel mercato globale.

Cavolata universale di Orsato che, nel derby romano, ha regalato alla Maggica, a fine primo tempo, un rigore inesistente. L’incontro è stato gradevole per l’impegno profuso dalle due squadre; la Roma più capace nel palleggio, gli azzurri rapidissimi nel contropiede, particolarmente con Keita. Infatti all’inizio del secondo tempo, su una di queste ripartenze, la Lazio è ritornata in vantaggio. Roma avanti, grande lavoro di Nainggolan ma Lazio molto chiusa e Dzeko quasi inesistente; gara intensissima ed emotivamente interessante, non tanto tecnicamente ma solo per la voglia di lottare da parte di tutti. Spalletti, che obiettivamente non ha capito “na sega” della partita , ha tentato con Totti la carta della disperazione; ma con il Keita odierno c’era poco da fare. Il popolo laziale gli ha dedicato una meritata standing ovation, ora i giallorossi debbono assolutamente battere i casciavit a Milano per respingere l’attacco del Napoli al secondo posto. Altro che scudetto!

Il Milan, a Crotone, è parso in vacanza e ha segnato… di mano. Il Crotone ha commesso l’errore di non credere alla vittoria fino in fondo. Forse si è spaventato quando gli è stato annullata la rete del raddoppio e si è accontentato; i calabresi hanno perso l’occasione per avvicinarsi alla salvezza, ora è quasi impossibile. Se non recuperi tre punti quando le tue dirette avversarie – Genoa ed Empoli – perdono in casa, mal te ne incolga. Prendi su, il tempo è buono, esci, un gelatino e, se hai proprio tempo libero, vai a votare; da qualche parte, un gazebo lo trovi.

Grande affluenza di napoletani a San Siro, stadio affollatissimo. Ovazioni per il Napoli al suo ingresso, subito coperte dagli inni interisti per la Beneamata. Primo tempo con gli azzurri superiori nel possesso palla e l’Inter salda in difesa, pronta con Candreva ed Eder alle ripartenza. Gagliardini senza difficoltà contro Hamsik, Joao Mario un po’ spaesato e Brozovic ballicchiante e impreciso. I vesuviani, pericolosi in attacco, lo erano per se stessi in difesa; sono una squadra da prendere in velocità. Nessuna grande occasione da rete finché, a due minuti dall’intervallo, Nagatomo con un intervento degno del peggior Gresko ha regalato a Callejon la palla da infilare in rete. Peana dei partenopei che sentivano vicina la conquista della “Maronnina e Malano”. Secondo tempo con stracchino velleitari dei milanesi, mai pericolosi, con il Napoli a controllare l’incontro e volare verso il secondo posto. Oggi è il primo maggio, la festa del lavoro, cioè di tutti coloro che per esso operano: maestranze, imprenditori, professionisti e chiunque ad esso concorra o vi aspiri.