Stavolta c’è poco da arzigogolare. Una Juve così forte non si era mai vista, almeno negli ultimi dieci anni. L’Udinese è stata schiacciata come se, nel pugilato, un peso piuma si opponesse ad un massimo. Il grande acquisto dei gobbi, oltre a Ronaldo che però fa pari e patta con l’uscita di Higuain, è Cancelo: l’ex interista ha dominato in tutte le zone del campo, trascinando la squadra. I bianconeri non hanno neanche avuto bisogno di un arbitro amico, c’era João che faceva per tre. Questi rischiano di vincere anche in Europa (corna, bicorna); certo che, quando lo merita, Chiellini andrebbe ammonito. Perché non lo fanno? E’ un “giallo” (battuta). La Maggica si è portata a casa il punteggio pieno dalla Toscana. Ha fatto una buona partita ma il merito maggiore, per la vittoria romana, lo ha avuto l’Empoli: ha giocato si può dire bene ma, oltre ad aver sbagliato un rigore con Caputo, ha dimostrato di non avere alcun giocatore che sappia trasformare in goal il grande volume di gioco che la squadra svolge. Sembra una delle classiche squadre che vengono osannate con grande enfasi per il bel gioco, ma che a Natale sono già retrocesse. Nella Roma bene Nzonzi, che non sarà mai un eccelso giocatore ma che fa sentire il fisico a centrocampo; benissimo Santon. All’Inter pareva finito, io scommetto che tornerà in nazionale. Vedo già in B il Chievo, e a rischio l’Atalanta.

SASSUOLO IN GRANDE CALO

I veronesi col Milan non hanno minimamente mostrato la grinta e voglia di vincere degli anni precedenti; il Milan ha dominato a centrocampo e raggiunta la porta dei clivensi con estrema facilità. A scusante per i gialloblù l’assenza di cinque titolari. Sono stati costretti a “dismummificare” l’anziano Pellissier, che ha anche segnato. Sarebbe come se i casciavit rimettessero in campo Rivera. La Dea non ha più la spinta sulle fasce che, nel recente passato, davano Conti e Spinazzola; il Papu, se aboliranno la Fornero, sarà pronto per la pensione e l’assenza di Petagna, che teneva su i palloni, si sente. Ora i tifosi milanisti, avendo raggiunto la metà dei punti della Juve, si sentono destinati a lottare per lo scudetto. La Lazio resiste nell’alta classifica. Ha battuto con grande patema d’animo la Fiorentina; aver fortuna è un plus da non sottovalutare. Chi ha fatto tutto ciò che poteva nelle prime giornate è il Sassuolo; ne ha prese quattro da Milan e, in questa giornata, dopo due minuti era già sotto a Napoli. Solo le parate di Consigli e il giocare con sufficienza dei ciucci non ha permesso una goleada. Insufficiente il centrocampo dei neroverdi con Locatelli inguardabile; poi, se non trasformi le occasioni, sono cavoli. Il Sassuolo ha inserito Berardi e tutto è cambiato. Fortuna dei partenopei che Insigne c’è e, quando pareva che gli emiliani fossero vicini al pareggio, con un tiro a giro li ha annichiliti.

L’INTER VINCE A FERRARA

Prima parte a cento all’ora al Paolo Mazza: un quarto d’ora di prevalenza interista e vantaggio acquisito, poi Spal pericolosissima con Antenucci che fallisce un rigore. Pressione continua dei ferraresi ma sono i bauscia ad avvicinarsi al raddoppio. In particolare Keita, solissimo, si fa ipnotizzare da Gomis. Nainggolan ben bloccato da Schiattarella, Perisic e Keita quasi nulli e poco reattivi, Icardi come sempre. Così è difficile vincere. Vincente sarà 31Bimu che inizierà in Fiera Milano il prossimo martedì. Sarà la più grande manifestazione italiana rispondente, come rappresentazione, ai dettami di Impresa 4.0. Chi vuol vedere le tecnologie più avanzate, vada su Bimu.it e ritirerà il proprio invito. Eravamo però rimasti alla difficoltà di vincere: come non detto. I nerazzurri sono rientrati in campo che parevano dover fare da spettatori agli assalti della Spal. E’ evidente che costoro lo spettacolo se lo siano fatto pagare almeno con una rete segnata, come sempre contro la Beneamata, da Paloschi. Finalmente Spalletti si è svegliato, è passato al modulo 4-4-2 con Vecino davanti alla difesa, il Ninja più avanti e Lautaro al fianco di Maurito. Dopo pochi minuti proprio Icardi, fino a quel momento spettatore non pagante, su lancio filtrante di Perisic ha sfondato la rete spallina. Poi basta: era sufficiente per passare una buona nottata, il cui nero si è accompagnato al colore azzurro del cielo.