“Non guardiamo al passato, guardiamo avanti”
afferma Gagliardini al termine del primo tempo. Credo che ad ogni tifoso interista, almeno nella mente, un “vaffa” sia partito. Non è possibile dominare la Gobba per mezz’ora, fare una splendida azione che permette ad Icardi di liberarti davanti al portiere, e tu, giovane di belle speranze, ciabatti la palla sul palo. Di occasioni così contro la Juve, quando ne hai tre, hai concluso la carriera. Ottimo il primo tempo interista nell’anticipo di Serie A, squadra posta splendidamente in campo da Spalletti, Juventus in grande difficoltà. Il miglior gioco della Beneamata sulle fasce ha reso difficile agli avversari il rimanere in partita, per almeno trenta minuti. Mai un tiro nello specchio della porta milanese da parte dei torinesi. L’Inter, viceversa, ha fallito un’altra enorme occasione con Icardi che, ostacolandosi con Perisic, ha sparato a lato un pallone che chiedeva solo di essere buttato in rete. Maiuscoli Politano, Brozovic e Miranda.
Spalletti ha fatto ampio turnover ritenendo, giustamente, di maggior interesse stagionale l’incontro di martedì prossimo in Champions. Poi dopo l’intervallo Allegri ha capito di far svariare Mandzukic sulle fasce laterali e, complice la fatica, l’Inter ha diminuito la propria coesione e il castigo dei gobbi è arrivato: Asamoah si è fatto anticipare da Mandzukic, frittata fatta. Anche Handanovic avrebbe potuto fare di più. La rete fa venire alla mente quella immortalata da tutti i media: Pascutti in tuffo che anticipa Burgnich e segna in Inter contro Bologna.
Prima e dopo la rete juventina l’Inter ha avuto con Politano e Lautaro occasioni per pareggiare ma non ne ha approfittato. Però dopo questo incontro in cui ha dato filo da torcere alla squadra, obiettivamente più forte in Italia, i nerazzurri possono avere la certezza di essere squadra ad alto potenziale, ma debbono dare maggiore continuità alla concentrazione. Ronaldo ha mostrato i propri limiti. Inutile avvicinarlo ai grandi Pelè o Maradona. Se mi fosse chiesto di paragonarlo ad attaccanti interisti del passato abbastanza recente citerei Mazzola o Rummenigge.
Esemplare il comportamento di tutti in campo, meno sugli spalti. Non ne capisco il motivo. Forse la paura del futuro, il rischiare una decrescita non felice porta le persone ad un individualismo esasperato, a vedere nemici in tutte le direzioni. Non esiste più il concetto dell’italiano accogliente e del “Milan cunt el coer in man”. All’apertura della stagione musicale alla Scala di Milano grandi applausi all’esecuzione dell’Attila di Verdi, grandissimi al Presidente Mattarella. Segno che la gente lo ha individuato come speranza e ancora di salvezza.
Con questo chiudo l’angolino settimanale in anticipo perché quando c’è il derby d’Italia non si possono aspettare due giorni per commentarlo. Juventus vs Inter è “la partita”, il resto è solo… il resto.