Si giocava a Genova e l’Inter, rispettosa delle leggende locali, non poteva che finire per giocare una partita fantozziana. A fine primo tempo, infatti, su palla innocua buttata in area interista, Skriniar si è precipitato a rinviarla sparacchiando una tremenda lecca sulle gambe di Ranocchia con sfigatissima carambola alle spalle di Handanovic. D’altra parte, quando sei in un periodo no, la sfortuna non fa altro che accentuarlo. Nell’azione della carambola/rete, c’e’stato anche un evidente fallo su Karamoh non rilevato dall’abitro, ma si sa ormai che la Var vede solo bianconero.
Polemiche e battute a parte, è un’Inter lenta e sconclusionata, poche le occasioni di tiro a rete sulle quali Perin non poteva che esaltarsi. Genoa invece rapido nelle ripartenze con Pandev che, pisizionatosi fra il centrocampo e l’unico attaccante rossoblu, impostava gioco e creava occasioni da gol. In altri momenti l’incontro sarebbe potuto finire a reti inviolate ma, come già scritto, quando iniziano i momenti neri nulla gira poi per il giusto verso. Senza Miranda, Perisic e specialmente Icardi, la Beneamata è una squadra da centro classifica. Non può certo arrivare alla qualificazione in Champions puntando su gente come Eder, Pinamonti e Karamoh. L’unica speranza per i bauscia è il rientro di Maurito e l’ingresso a tempo pieno di Rafinha. L’ex Barcellona, entrato a mezz’ora dalla fine, ha cambiato il volto alla squadra e solo la bravura di Perin ha evitato altri gol al grifone. Meglio dunque un Rafinha zoppo che Valero e Vicino in salute. Ora l’Inter, alla fine di questa giornata di campionato, rischia di trovarsi al quinto posto in classifica, fuori dalla Champions.
Urge portare il gruppo in ritiro per ricomporre eventuali contrasti interni e spiegare a ciascuno le proprie responsabilità, facendo sentire ogni giocatore essenziale per il progetto e smettendo di far uscire notizie di calciomercato. Ora Spalletti ha due partite vincere assolutamente. Prima il Benevento, che ha cominciato a vincere, e poi il derby. Non vorrà farsi raggiungere anche dal Milan, vero? Dovesse malauguratamente succedere sarà giusto finire il campionato con Vecchi in panchina al posto di Spalletti. Una chiosa finale sui cinesi: o investono o non si capisce perché bisogna sopportare che siano i padroni della Beneamata. Mi meraviglia che a Milano non si riescano a trovare due o tre personalità che, mettendosi alla testa di un azionariato popolare, non ricomprino la squadra da sempre simbolo dalla città. Avviene in Spagna, perché non da noi?
Ai tifosi interisti rimane la voglia di cose che non succedono mai. Sembriamo il PD del campionato: avevamo in mano la situazione della classifica, poi abbiamo cominciato ad allontanarci dalla vetta lasciando spazio a Napoli e Juve, come Renzi ha fatto coi grillini. Adesso poi stiamo permettendo il rientro del Milan, come in politica sta avvenendo con Berlusconi. Per similitudine anche i milanesi paiono avere lo spogliatoio spaccato: chi sarà il D’Alema bauscia?
Intanto la Roma pare aver risolto i propri problemi di gioco e ,ancor più, quelli di natura psicologica. Questi derivavano dalle continue voci di calciomercato che davano per partenti Dzeko e Nainggolan con la conseguente reazione negativa dei compagni di squadra. Poi un po’ di fortuna, bisogna meritarsela, ha cominciato ad affiancare la Maggica e così, passino dopo passino, i giallorossi sono ora al terzo posto. Senza lato B, la partita di Udine sarebbe finita in pareggio invece, in questo momento, Under spara tiri che non riuscirebbero neanche a Leo Messi. Buon per la Roma. Da sottolineare nelle fila dei friulani la prova di Fofana, un ragazzo che farà carriera. In settimana si sono svolte le Assise di Confindustria.
Aldilà del metodo di impostazione del rito, è sicuramente importante che l’assemblea degli imprenditori abbia assunto una posizione chiara. L’economia del nostro Paese è ripartita ma l’Italia è ancora complicata e ancora poco efficiente. Bisogna affrettare i cambiamenti, confrontarsi su proposte concrete e praticabili. Non bisogna, inoltre, pensare di buttare quanto di buono e’ stato fatto. Azioni come la cosiddetta “Impresa 4.0” non possono essere interrotte, stanno rilanciando il Paese rendendolo più moderno e competitivo. Tutte è migliorabile, ma partendo dalle posizioni conquistate, senza regredire.
Chi non ha mai bisogno di rilanciarsi è la Juventus. I gobbi giocano tutte le partite come fossero semifinali (lasciamo perdere le finali) di Champions. Hanno poi una panchina lunghissima. Nel derby di Torino nessuno si è accorto dell’assenza di Barzagli, Benatia, Dybala, Cuadrado e poi anche quella di Higuain. Anzi, i sostituti, in particolare Bernardeschi, hanno giocato meglio dei titolari. Il Torino è parso più un manzo mansueto, mai parente della squadra che combatteva con il coltello fra i denti ogni derby. Poche idee, ma confuse. La Juve non ha fatto granché, ma è riuscita nell’intento di far giocare male i granata. Questi si sono svegliati solo a inizio ripresa, quando Mazzari ha finalmente deciso di sostituire Baselli con Niang. I bianconeri si sono limitati a schierarsi sulle linee di passaggio impedendo al Toro di avvicinarsi alla propria area. Non c’è che dire, è la Miss Italia del nostro campionato: mai Miss Europa.
Per fortuna il Napoli ha impiegato sei minuti per riportarsi in testa alla classifica. La Spal per passare la metà campo doveva aspettare i rinvii del portiere. Prima della rete di Allan i partenopei avevano già colpito un palo con Insigne e sfiorato due volte il gol. Napoli devastante e Meret migliore dei ferraresi. Poi, con intelligenza, Semplici ha voluto che la sua squadra difendesse lo 0-1 per tentare il tutto per tutto nel finale. Gli azzurri hanno mantenuto il controllo della partita, giostrando a piacere ma senza mai sferrare il colpo definitivo del Ko. In queste occasioni, si sa, comincia a crearsi apprensione. Per fortuna del Napoli la Spal è poca cosa e così è bastata la rete di Allan per riprendere la testa della classifica. Oggi il Napoli, partito bene, ha vinto ma non convinto.
Non ci sarebbe stato nessun bisogno della Var per vedere il lapalissiano rigore commesso da Calabria in Milan Sampdoria. In molti desidereremmo che le due milanesi giocassero in Champions. Vorremmo però ci arrivassero per meriti propri. Comunque Gattuso è riuscito a raddrizzare i casciavit. Difesa compatta, velocità nelle ripartenze e Cutrone che tiene sempre all’erta le difese avversarie. I centrocampisti coprono perfettamente la loro zona di competenza e se davanti segnano è meglio, altrimenti almeno il pari è sicuro. Torniamo a Cutrone: ha fatto più reti questo ragazzo che non i sovrastimati Kalinic e Silva. Oramai i rossoneri sono lanciati: nel giro di poche settimane avranno da affrontare il derby (facile),e la Maggica (più complessa). Se superano i due test chissà il blaterare dei milanisti: faranno i conti e si autoconvinceranno che lo scudetto possa essere un traguardo ancora alla loro portata.