Inter vs Napoli, le due “capitali” dei vincitori delle elezioni politiche. Lega della sicurezza al Nord, nella terra che D’Anzi definiva col “coeur in man”, e pentastellati pronti a rispondere al desiderio economico della gente del mezzogiorno. Se tutto quadrasse le due squadre dovrebbero pareggiare, farebbero semicontente entrambe le tifoserie; con ciò mostrerebbero di essere al servizio della gente, intesa globalmente ,così come dovrà fare chi guiderà il prossimo Governo. Milan e Juve all’opposizione! In un momento in cui si parlano Kim e Trump, non è possibile che in Italia ci sia difficoltà a trovare intese indirizzate al bene comune. Minuto di silenzio per commemorare il giovane Astori: servirebbe a raccogliersi per meditare sui misteri della vita e della morte, invece viene utilizzato per applausi superficiali che, spero, tali rimangano e non si trasformino in sboccati insulti nelle partite con la Fiorentina. Credo sia il momento di ragionare e discutere senza preconcetti, in tutti i campi. Che rimanga almeno la soddisfazione della discussione non urlata!

ROMA DOMINANTE, JUVE PRIMA

L’Inter è in un periodo di grande crisi, il Napoli ha commesso l’errore di sottovalutare la Maggica che, a sua volta, aveva pensato all’incontro con il Milan come a una passeggiata turistica: entrambe “dovrebbero“ vincere ma sempre ricordando che “putost che nient l’è mei putost“. Nell’attesa la Roma ha annichilito il Toro: dopo un primo tempo equilibrato, più granata che giallorosso, la rete di Manolas ha demoralizzato i torinesi, incapaci di reazione e proni di fronte ai contropiede romani. Eppure Mazzari aveva impostato tatticamente in modo perfetto la partita; con Nainggolan impacchettato la Roma non creava pericoli e solo i miracoli di Alisson sono riusciti a salvare la rete romanista. Il problema del Toro è che Belotti non segna più: con ciò pare aver perso fiducia in se stesso. Il mago di San Vincenzo dovrà lavorare molto nella testa dei suoi giocatori. Non dovrà far nulla Allegri: la Gobba è sempre solida, non dà spazio alle avversarie e, appena gira Dybala, non c’è n’è per nessuno. La Juve non ha fatto nulla di eccezionale, ma il ragazzo argentino ha piazzato una punizione imprendibile che ha sbloccato il risultato. L’Udinese, che a questo campionato ha poco da chiedere, non ha fatto nulla per ricuperare, si è scansata pensando alle prossime giornate e, così facendo, ha atteso e incassato la botta definitiva.

IL MILAN E LE ALTRE

Alla Dea a Bologna è bastato piazzare in campo Ilicic per passare su un dimesso Bologna. Goleada del Crotone di Zenga con la Samp: il campionato in fondo alla classifica si è fatto interessante. La vittoria dell’Hellas nel derby di Verona ha trascinato nei guai un Chievo da due mesi in caduta verticale. Ora, escluso il Benevento, ci sono Spal, Sassuolo, Verona e Chievo che lotteranno fino alla fine per non retrocedere. Colpo di culo di Immobile al 95’ per pareggiare, immeritatamente, un match che il Cagliari si meritava ampiamente di mettere in saccoccia. perrò, se l’annata è fortunata, nulla ti è impossibile . La Lazio è in questa condizione; con la stessa fortuna Bersani potrebbe essere chiamato da Mattarella per presiedere il Governo. I casciavit sono scesi a Genova per rifarsi della legnata loro rifilata dall’Arsenal in sottocoppa d’Europa. Ebbene, ce l’hanno fatta al 94’con Andre Silva che ha pareggiato il numero di reti in campionato del portiere di riserva del Benevento, una! Diciamo un Milan cinico e con un lato B che fa provincia; il Genoa già avrebbe avuto da incazzarsi per il pareggio, figuriamoci per la sconfitta. Ora pontificheranno per la grinta che Gattuso ha dato alla squadra: figuriamoci, con una fortuna così i rossoneri possono puntare allo scudetto.

INTER E NAPOLI PAREGGIANO

San Siro, annotazioni sul primo tempo: il Napoli è una squadra, l’Inter un gruppo di giocatori. Rafinha è pronto per le gare aziendali, Perisic pare un guardalinee aggiunto. Cammina sulla fascia sinistra e tocca la palla poche volte e con fastidio. I portieri sono rimasti a fare da spettatori, sarebbe stato giusto far loro pagare il biglietto; solo un accenno di tiro verso la porta degli azzurri, di Candreva. Possesso di palla nettamente dei vesuviani, pochissime ripartenze dei bauscia. Uno zero in tutto, spettacolo e reti. Alla ripresa del gioco l’Inter parte con un clamoroso palo di Skriniar; questo le da un po’ di adrenalina e, per dieci minuti, schiaccia il Napoli nella propria area. Poi basta, le squadre si allungano e ci si diverte un pochettino di più. Nessuna occasione da rete vera; se questa è la maggior avversaria della Juve non penso ci sarà storia, lo scudetto non si colorerà di azzurro.

I 110 ANNI DELL’INTER 110

anni dei Bauscia: grandissime vittorie e tremende sconfitte. Essere interista è una grande qualità, bisogna saper passare dall’esaltazione alla depressione in una sola giornata, senza scomporsi. L’interismo è una fede laica, un ricordare prodezze di grandissimi calciatori, insuperabili. Chi ha giocato con la maglia nerazzurra non può non rimanere interista; ricordo campioni che ho potuto conoscere, a qualcuno è bastata una sola stagione per essere ricordato per sempre da chi ama il calcio. I nomi di un passato non recente? Meazza, Lorenzi, Angelillo, Suarez, Corso, Mazzola, Zenga, Picchi, Matheus, Rummenige, Facchetti, Bonimba, Altobelli, Ronaldo, Zanetti. Tutto spettacolo; solo Pelé, Di Stefano e Maradona, fra i grandi, non sono passati dalla squadra bauscia. Spiace per loro.