Partiamo dagli errori di Spalletti. Dopo due mesi l’Inter aveva trovato un assetto di gioco decente: un giocatore davanti alla difesa, Brozovic e un rifinitore dietro Icardi, Rafinha. Viene a mancare Brozovic e Spalletti che fa? Invece di cercare la soluzione più semplice, Borja Valero al posto del croato e nessun altro cambiamento, va a rivoluzionare tutta la squadra. Difesa a tre, con Skriniar improponibile sul Papu, Cancelo e Santon sulle fasce. Atalanta in dominio completo per il primo quarto d’ora poi, quando finalmente Skriniar e D’Ambrosio si scambiano le fasce, in vantaggio sul possesso palla ma con ridotte occasioni da rete. Dopo il goal mangiato da Gomez nei primi minuti, la Dea è riuscita solo con Barrow, in una occasione da sfruttare meglio, a impegnare Handanovic. Nel contempo Perisic ha buttato nella spazzatura due contropiede che chiedevano di essere finalizzati in rete. A proposito di spazzatura: ho sentito l’intervento di Buffon al termine della sua vita in Champions. Mi domando: Buffon è il suo cognome o il soprannome? Nomen omen. Lo ha stigmatizzato anche Del Piero mentre, ho letto, lo ha giustificato Pirlo, la massima latina vale veramente.

INTER E MILAN, PAREGGI DIVERSI

Nella seconda parte l’Atalanta è scoppiata e i bauscia non sono riusciti a fare sfracelli, anche per le sostituzioni attuate dall’allenatore, ma particolarmente per la mancata mira del solito Perisic e di Rafinha. Era il momento di attaccare ma Spalletti, anziché sostituire Valero – che si limitava come sempre a dare palle in orizzontale anziché far partire gli attaccanti – con Eder e Santon con Karamoh o Dalbert, ha ritenuto di togliere il migliore dell’Inter, Rafinha, e aspettare mancassero tre minuti alla fine, recupero compreso, per inserire Karamoh. L’avesse fatto Gasperini i bergamaschi sarebbero insorti con un “va fas ciaa’” generale. Così è finita 0-0, che non serve a nessuna delle due squadre. Siamo in momenti orribili per il mondo con venti di guerra che soffiano come uno tsunami, ma in Italia,i due baldi ragazzi, che hanno preso più voti degli altri nelle elezioni, non riescono a vincerle mettendo assieme accordi che li portino a gestire un governo di maggioranza. Qualcuno non ha ancora capito che con il sistema proporzionale vince chi, riuscendo a mediare e accettare compromessi utili al Paese con le posizioni di altri, metta assieme un Governo collegato ad un programma capace di rispondere alle esigenze italiane, sia interne che in campo internazionale. Sveglia cari! Altrimenti farete la fine dei bianconeri in Champions, arriverete ad avere successi parziali, come avvenuto, ma mai a vincere. Il PD continua con Martina reggente; mi piace il titolo del incarico, c’è qualcosa di intrigante, evoca abbigliamento intimo femminile. Per niente sexy invece il Napoli: ha mostrato una efficacia di gioco superiore al Milan, ma i casciavit si sono presentati forti in difesa Lì infatti hanno avuto la fortuna dell’esordio dell’inedita coppia Musacchio-Zapata; si sa che, quando giochi la prima partita, stai sempre concentratissimo. I partenopei sono oramai cotti e debbono essere soddisfatti del loro campionato. Chissà ‘perché invece Sarri pare sempre incavolato. Nonostante le speranze di mezza Italia la Juve è ancora avanti un paio di spanne.  Il Milan si appresta a chiudere dignitosamente un campionato iniziato in modo disastroso: Gattuso ha capito il poco che ha nelle mani e si sta comportando in conseguenza, prima la difesa poi… quel che viene viene. La partita ha detto poco, non è valsa il prezzo del biglietto, forse appena appena quello delle curve. Attacco del Napoli,con esclusione di Insigne, inguardabile, centrocampo lento e involuto. Migliorato con l’ingresso,tardivo di Milik, che all’ultimo istante ha rischiato di uccellare i milanisti. Stesso giudizio, ancor più generalizzato, per i rossoneri impalpabili e mai pericolosi. Mai lo 0-0 fu risultato più degno e corrispondente allo spettacolo proposto dalle due compagini. La Fiorentina ha finito lo slancio psicologico dato alla squadra dalla scomparsa di Astori: con la Spal è tornata al suo livello normale, anche se senza un paio di bischerate di Simeone avrebbe vinto la partita. Ora, se non vuole rimanere fuori dall’Europa, dovrà battere la Lazio nel turno infrasettimanale, difficilissimo. Quando si dice il destino: contro ha Samp la Juve stava giocando alla pari. A pochissimo dal termine del primo tempo si è infortunato Pjanic. Entra il sostituto: Douglas Costa tocca il primo pallone, assist a Marione e vantaggio per i gobbi. Poi partita in discesa, nessuna reazione dei blucerchiati e prima rete italiana dell’oggetto misterioso bianconero Howedes, e non solo.Tutti gli ex Bundesliga hanno fatto forte oggi la Juve. In Italia sempre tutto troppo facile per le gobbentruppen troppo organizzate e forti per tutte.

IL PAREGGIO NEL DERBY

Grande lotta a centrocampo nel derby capitolino: le due squadre non si sono risparmiate e giù botte da orbi. La Roma ci è arrivata dopo il successo trionfale contro il Barcellona, la Lazio dall’inopinata sconfitta di Salisburgo. Prima mezz’ora per i biancazzurri poi, dopo un palo colpito da Bruno Peres al termine di una ripartenza, la Lazio si è impaurita ed è uscita tutta la forza fisica della Maggica guidata da Nainggolan. La difesa giallorossa, giocando molto alta, ha costretto Immobile a finire troppe volte in fuorigioco; nei fatti solo Parolo è riuscito ad arrivare alla conclusione, da lontano e senza mai impegnare Alisson. Viceversa la Roma ha creato almeno altre due occasioni non sfruttate da Dzeko: giusto il pareggio nel primo tempo di una gradevole partita. Ripresa galoppante di entrambe ma occasioni da rete pochissime, una traversa di Dzeko, un salvataggio del Faraone su contropiede laziale. Troppo forti le difese rispetto ai reparti d’attacco. Poi ultimo quarto d’ora di sofferenza per la Lazio rimasta in dieci per l’espulsione di Radu. Finisce a reti inviolate: l’inter rimane a un punto dalle romane complicandosi la vita per il raggiungimento della Champions. Sperem.