Prima di discutere di scudetto assegnato dobbiamo fare una riflessione: ci sono partite in cui il risultato non conta. L’Inter contro la Juventus è stata epica. Ad un certo punto ho pensato fosse avvenuta, sulla spinta della tifoseria bauscia, una trasformazione di sostanza nei giocatori che, da mediocri mestieranti, parevano divenuti tutti campioni. Apparivano come il popolo li voleva: inafferrabili, insuperabili e dotati di una classe mai avuta. Erano la pazza Inter. Il risultato non contava più. In dieci dopo un quarto d’ora e già in svantaggio di una rete, i nerazzurri hanno avuto una reazione mai sperata, pensata o vista. Quando tutto pareva consumato e i gobbi avevano già salutato stadio e Scudetto, Spalletti ha deciso di togliere Icardi per rafforzare con Santon la difesa. Non l’avesse mai fatto! Icardi, anche zoppo, teneva in soggezione la difesa avversaria. Senza lui in campo, le armate bianconere hanno cominciato a percorrere le praterie di San Siro trovando, con notevole aggiunta di lato B, in due minuti pareggio e vittoria. Sarebbe stato giusto un eroico pareggio, e già sarebbe andato strettino ai milanesi, ma la sorte e Orsato (sull’impegno dell’uomo di Schio non c’erano dubbi) hanno deciso così. La Juventus vincerà il campionato? Certo, ha trovato anche la forzata alleanza del Napoli per cui parrebbe fatta. Si sa, i bianconeri non muoiono mai in Italia. L’Inter andrà in Champions? Purtroppo non dipende solo da lei, deve arrivare allo scontro con la Lazio con la possibilità di ribaltare la classifica. Giocando come contro i buffoniani non ci sarebbero problemi. In realtà un problema c’è eccome: la Lazio non ha intenzione di rallentare, ora ha quattro punti di vantaggio. Migliore in campo di Inter Juventus: Buffon che riesce a deviare uno splendido tiro di Candreva destinato a togliere le ragnatele dall’incrocio dei pali. Peggiore: Handanovic. Non accenna ad uscite e becca una ridicola seconda rete. Peggiore dei peggiori: Orsato. Si erge a protagonista, pare un ratto che vuol fare il re della foresta. Espelle Vecino senza un motivo e non lo fa con Pjanic, quando ne avrebbe almeno cinque. Fossi Mattarella lo chiamerei per la Presidenza del Consiglio. Dei programmi politici delle diverse aree non capirebbe nulla per cui potrebbe gestire tranquillamente ogni tipo di raggruppamento maggioritario. Gli piace essere protagonista, sarebbe indicatissimo per ogni marcia, manifestazione e taglio di nastro.

ROMA VERSO LA CHAMPIONS SENZA AIUTINI

Non ha avuto bisogno di alcun aiuto la Maggica che, battendolo nettamente, ha messo in crisi il Chievo ora in grave indizio di retrocessione. Splendida la terza rete romana ad opera del Faraone dopo una sgroppata di sessanta metri. La Roma ha mostrato di essere in forma fisica e psicologica, speriamo lo sia anche in settimana contro il Liverpool, sarebbe ottimo avere un’italiana nella finale Champions. Il Milan ha vinto, con qualche spintarella, a Bologna. Senza la Var i felsinei sarebbero pervenuti al pareggio pochi minuti dopo la rete di Calhanoglu, ma il goal di Orsolini è stato annullato, rimane qualche dubbio. Ciò ha demoralizzato i rossoblu che, al termine del primo tempo, hanno cincischiato in difesa permettendo il raddoppio a Bonaventura. In seguito il Bologna si è preso una vacanza e così i rossoneri possono ancora sperare di raggiungere l’Inter. Non potranno però divenire campioni di Milano, titolo ambitissimo, per la differenza punti negli scontri diretti. Esagerata la Dea, altra vittoria netta sul Genoa. Arriverà davanti ai casciavit e ciò mi rattrista, perderò la scommessa con un amico.

IL CROLLO DEL NAPOLI

Napoli in dieci a Firenze dopo otto minuti, fuori Koulibaly. Arbitro Mazzoleni, che sia il terzo tempo di San Siro? Giudichiamo l’espulsione del difensore partenopeo. Fallo stupido su Simeone, l’arbitro lo giudica in area, fischia il rigore e giallo all’eroe dello Stadium. Non si capisce perché ma interviene il varista, giudica fuori area il fallo per cui punizione dal limite e rosso a Koulibaly. Molto meglio a poco dall’inizio subire un rigore e rimanere in undici che beccarsi una espulsione. Il Napoli va “in vacca” per tutto il primo tempo, subisce una rete da pollo e viene usato dalla Viola per fare il torello. Non mostra per niente la forza di nervi dell’Inter che le permetterebbe la necessaria reazione. Sembra una squadra alleata con la Juve. Difesa degli azzurri pietosa, ogni contropiede della Fiorentina è una occasione da rete. Papera di Reina, Simeone raddoppia, poi triplicherà, e il Napoli non può che martellarsi gli attributi per aver buttato al vento un’occasione scudetto che chissà quando tornerà. Oramai l’utopia di raggiungere la Gobba ha le medesime possibilità di vedere Antonio Razzi Ministro della Cultura.

Cultura del calcio ha invece mostrato la Lazio che, a Torino, ha dominato il Toro. Grandi parate di Sirigu, compreso un rigore. L’Inter ora può solo sperare nella voglia di Europa dell’Atalanta che domenica scenderà all’Olimpico per vedersela con i biancazzurri. Basterebbe un pareggino. In coda diviene sempre più credibile la possibilità di vedere, il prossimo campionato, il derby veronese in serie B. L’Hellas è oramai discesa. Per il Chievo l’ultima chiamata sarà al prossimo turno con il Crotone. Se non vincerà, e non ci giocherei un euro, sarà retrocessione con sicura salvezza per i calabresi e quasi certa per la Spal. Corrono qualche rischio anche Cagliari e Udinese ma si spera rimangano in A, hanno stadi troppo belli. Ora possiamo solo domandarci: ci sarà prima la festa per lo scudetto bianconero o la nascita del nuovo Governo?