Nonostante l’impegno sfacciato di Burdisso per permettere al Napoli di rimanere in corsa per lo scudetto, gli azzurri non ce l’hanno fatta. Pareggiando col Toro hanno dato l’addio ad ogni flebile speranza di vittoria finale: a questo punto solo un doppio miracolo potrebbe bloccare la settima vittoria consecutiva dei Gobbi. Però, mi chiedo: Donadoni non legge i giornali? Non conta il “di”o “de” prima del reale cognome! Maio, in questo periodo, è ”in calando”: andava forte due mesi fa, ora è normale arrivino autoreti. Così è stato a Torino sul campo della Gobba. Il Bologna stava vincendo con tranquillità una loffissima partita quando De Maio ha spedito nella propria rete il più innocuo dei palloni. Poi ci ha pensato Mirante, che sogna di ritornare in bianconero come portiere di riserva, a provvedere – con una papera da antologia calcistica – al ribaltamento del risultato. Della partita c’è poco da dire: la Juve si è un poco risvegliata con l’ingresso di Douglas Costa, per il resto sonno profondo. Rugani ha provocato il rigore del vantaggio felsineo e avrebbe dovuto essere espulso ma, si sa, i regolamenti sono scritti nero su bianco. Si è invece divertito il Milan contro un Verona oramai in disarmo. I casciavit ora paiono molto più vispi dei bianconeri e partono favoriti per la vittoria in Coppa Tim.

INTER ALLA GRANDE, ROMA GIA’ TERZA?

Alla grande i bauscia a Udine: hanno visto i colori della maglia avversaria e hanno proseguito a martellare i bianconeri, proprio come con gli “altri”. Ottimo e incontenibile il centrocampo interista con Rafinha, Brozovic e Borja Valero sempre pronti a lanciare Perisic e Icardi. Quattro reti, una traversa, ventitreesimo palo dell’annata e un paio di salvataggi di Danilo sulla linea hanno evitato a Tudor e Iuliano, i due nuovi mister friulani, un cappotto memorabile. Giustamente, ora l’Inter per la Champions è padrona del proprio destino. La Dea infatti, bloccando con grande merito la Lazio, ha fatto scendere a due i punti di vantaggio dei biancazzurri sui milanesi. Se teniamo conto che l’ultima di campionato sarà Lazio-Inter, capiamo che chi la vincerà andrà in Champions. Possiamo ritenere la Roma già padrona del terzo posto: a Cagliari ha molto sofferto l’impegno degli isolani che hanno creato diverse occasioni da rete, buttandole ad un vento che profuma di possibile serie B. Ma la Maggica, unica squadra italiana uscita a testa alta dall’Europa, ha avuto il cinismo delle grandi: non c’è bisogno di avere grandi occasioni, si devono sfruttare quelle che capitano. E’ quello che non ha capito Di Maio: ha avuto l’occasione della vita, governare l’Italia. Oramai credo abbia tirato troppo la corda, non si capisce più quali siano divenuti i punti imprescindibili del programma pentastellato e anche coloro che l’hanno votato per cambiare si sono stancati. Dobbiamo ora contare sulla sapienza politica del Presidente Mattarella affinché possa nascere un Governo, magari a tempo e con un programma limitato, che sappia proporre una legge elettorale più affidabile e gestire il Paese in questo momento in cui il miglioramento della situazione economica è evidente. Esiste però un grande bisogno di stabilità per proseguire nella ripresa senza correre il rischio di frenate che potrebbero invertirne la tendenza.