Appena tornati dal successo italiano alla fiera mondiale negli USA della macchina utensile, eccoci a San Siro a seguire la Beneamata nell’ultima gara prima del ritorno in Champions di martedì prossimo. Bisogna subito annotare che senza Icardi e, eventualmente, la riserva Lautaro, l’Inter ha enorme difficoltà a sfondare. Il Parma è chiuso a riccio e, senza un attaccante che si butti verso il portiere avversario sui tiri da fuori, tutto va in crisi. Keita Balde non e’una prima punta e lo si vede nel paio di occasioni, favorevolissime, avute ad inizio incontro; Icardi avrebbe buttato in rete anche il portiere (forse). Gran giro di palla in campo e di palle sugli spalti bauscia. Buono Dalbert, Gagliardini da panchina, Brozovic si nota solo perché si è fatto biondo. Unico in campo che veda il gioco il grande Ninja. Nella ripresa entra Maurito; i nerazzurri si buttano avanti e, sugli spalti, si aspetta solo il momento in cui i gialloblù cadranno. Si nota subito che non c’è pazienza negli attacchi interisti, le compagini che si chiudono danno come al solito ansia ai milanesi. Alla squadra mancano ancora gli spunti decisivi di Nainggolan, forte ma non ancora al massimo. Icardi, il cui ingresso ha illuso tutti, ha bisogno di raggiungere una forma decente e Politano, entrato in sostituzione di Candreva, dimostra di essere un calciatore da Sassuolo. Poi si è aggiunto l’impegno dell’arbitro Manganiello: quasi esordiente in serie A, speriamo tutti sia all’ultima partita nel campionato italiano. Non è possibile non vedere il rigore commesso da Dimarco e non chiedere neanche il parere dell’uomo VAR. E’ evidente che lo strumento tecnologico non sta bene alla classe arbitrale, ne limita la possibilità di decidere a capocchia. Sepe, il cosiddetto portiere dei ducali, ha cominciato a perder tempo dal primo minuto e l’ometto con camicia fucsia non lo ha mai ammonito. Poi la sfiga, sempre attenta, ha fatto sì che Dimarco, assunte le vesti del Roberto Carlos dei poveri, centrasse il tiro della vita uccellando Handanovic. Reazione bauscia molto relativa, forse con pensiero già allo scontro di martedì con il Tottenham: sperem.



VITTORIA PER IL NAPOLI, PARI ROMA

Il Napoli invece, contro la Viola, ha usato tutta la pazienza che è mancata all’Inter. Gli azzurri non si sono spaventati del passare dei minuti con il risultato bloccato sullo 0-0; Ancelotti ha buttato in campo Milik al posto di Mertens e, su suo assist, Insigne ha toreato la Fiorentina. Dopo la batosta di “Sampdoria” un buon brodino caldo per i partenopei. Pareva una passeggiatina quella della Maggica sul Chievo che, dopo pochi minuti, appariva destinato alla oramai abituale sconfitta. Invece dopo il doppio vantaggio la Roma si è ammalata di “interite”: stessa partita nervosa con incapacità di interdizione a centrocampo. Sul terreno anche il vecchio De Rossi, come se fra i nerazzurri entrasse Cambiasso, e… buonanotte! I clivensi non solo hanno trovato il pareggio ma, all’ultimo, Olsen ha dovuto salvare i giallorossi da una impensabile debacle. Felicissima la dozzina di tifosi gialloblù presenti all’Olimpico. Altra goleada invece dei blucerchiati genovesi che, al prossimo turno, incontreranno l’Inter; sarà un incontro decisivo per il futuro di Spalletti.



I PRIMI GOL DI RONALDO

Al terzo tentativo di autorete Ferrari, difensore del Sassuolo, è riuscito nell’impresa di regalare a Ronaldo la prima rete italiana. Fino a quel momento, inizio ripresa, i gobbi avevano attaccato a vuoto con i neroverdi capaci di impaurirli in contropiede. Ronaldo non certo in spolvero e difficoltà della Juve, senza ali, a trovare spazi utili per avvicinarsi alla porta emiliana. Poi i polli di De Zerbi, anziché difendere lo svantaggio e sperare, si sono buttati in avanti: hanno rischiato il pareggio con un ottimo colpo di tacco del Boa ma permesso ai bianconeri di partire in contropiede, cinque contro due, concedendo a Ronaldo di raddoppiare con facilità. Troppo forte la Juve per la nostra serie A ma veramente ingenuo chi arriva allo Stadium pensando di giocare alla pari. Sarebbe opportuna una lunga squalifica a Douglas Costa che si è peritato di sputare in faccia ad un avversario; veramente umiliante vedere questi gesti su un campo di calcio! L’Empoli è stato inconsistente contro una lazietta che poteva essere battuta. Pur avendo i medesimi giocatori, la squadra romana non è più imprevedibile come nello scorso campionato, tutti hanno capito il gioco di Inzaghi e sanno come contrastarlo.



PAREGGIO PER IL MILAN

Non fa in tempo il pubblico di Cagliari ad accomodarsi in tribuna e già Donnarumna, con un paperone, permette al redivivo Joao Pedro di portare in vantaggio gli isolani. I casciavit macinano gioco ma sono molto più macchinosi dei rossoblu schierati da Maran, come si deve contro un avversario certamente più forte. Difesa strenua, Pavoletti a tener su il pallone e Pedro rapidissimo nelle ripartenze; tutta la squadra a pressare finché ha potuto. Bonaventura ha buttato occasioni molto semplici, almeno un paio. Nell’intervallo Gattuso deve aver dato una cazziata enorme a tutta la squadra e fatto capire a Higuain che il suo compito è stare nell’area avversaria e segnare. Così è subito avvenuto. Dopo il pareggio il Cagliari è quasi sparito dal campo: troppa differenza fra le due squadre. I rossoneri potranno essere la sorpresa del campionato. Berlusconi e Salvini hanno visto, vicini vicini, la partita ad Arcore. Avranno telefonato loro nell’intervallo a Ringhio? Nella ripresa il Milan attaccava di più con Calabria, Biglia e Suso, avranno suggerito loro di puntare sul centro destra? Alla fine entrambe le squadre non erano contente: i cagliaritani per non aver tenuto il vantaggio come avrebbero potuto, i milanisti perché, se fatichi a pareggiare a Cagliari, diventa dura stare nelle zone che contano della classifica.