La Serie A è tornata. Il presidente Conte esclude, per ora, una manovra bis. L’Inter non lo può fare! Deve intervenire subito, con il centrocampo che schiera non può andare da nessuna parte. Nainggolan è un clamoroso bidone rifilatole dalla Roma, come ai tempi di Batistuta; sono più di dieci anni che è in Italia, gli venga dato il reddito di cittadinanza, fino ad un eventuale referendum che lo abolisca, e stia a casa. Icardi non tocca più di cinque palloni, viene rifornito male e, quando ha una occasione, si “ingambina” da solo. Il migliore, anche quando si gioca contro un Sassuolo qualunque, è sempre Handanovic: a lui i bauscia debbono metà dei punti in classifica. Brozovic è lentissimo, Joao Mario sembra un imitatore di Carla Fracci e Vecino non è nessuno. Pare che Sensi, regista dei neroverdi, possa essere acquisito: lo prendano subito. Ai nerazzurri il pareggio con gli emiliani è andato benissimo: quelli giocavano in undici e correvano, l’Inter in sette-otto e camminavano. Perisic ridicolo e tutti gli altri, escluso il portiere, che quando sono chiamati a fare un saltino di qualità se la fanno addosso. Gli unici tiri in porta li hanno fatti Politano, con gran parata di Consigli, e un paio Lautaro; meglio lui nei dieci minuti finali che tutto l’attacco nei novantacinque totali. Splendida l’iniziativa interista di trasformare il Buu razzista lanciato da sottoprodotti umani in Brother Universally United, segno di fratellanza.
Ancora Serie A: un po’ meglio, e con un poco di lato B, ne è uscita la Maggica contro un Toro che, non si comprende il perché, gioca sempre e solo il secondo tempo. Bravissimo Zaniolo capace di lottare per tutto l’incontro, di segnare e servire con disinvoltura i compagni. Tutto ciò nonostante Mazzarri avesse piazzato l’esperto Rincon a curarlo “a uomo”: da questo si può comprendere che cavolo capiscano i dirigenti sportivi interisti. Nel primo tempo i giallorossi hanno dominato, poi è uscito di prepotenza il Torino che ha pareggiato il doppio svantaggio iniziale. Quando tutti parevano accontentarsi di aver pareggiato una emozionante partita, ecco la beffa finale del Faraone che, su lancio di Pellegrini, ha insaccato portando la vittoria a Roma. D’altra parte si sa, solo Bossi non lo aveva compreso, la vittoria è schiava di Roma. Si capisce perché Mancini non convochi più Belotti, sbaglia reti semplicissime: insomma, non vale un fico. A proposito di fichi. È rientrato a giocare da noi, nella Fiorentina, uno dei migliori del bigoncio della serie A: Muriel. Alla prima gara con la Viola ha piazzato due splendide reti nella porta della sua ex squadra: la Samp. Ciò nell’ambito di una gara spettacolare, tutta corsa, finita con un pareggio di sei reti complessive.
Grande gioco fra Napoli e Lazio che si sono affrontate – il Napoli un po’ rimaneggiato – a viso aperto con subito all’inizio azioni da rete per entrambe e due pali colpiti da Milik. Pressing continuo dei romani e solito bel calcio, condotto a memoria, dei partenopei. Bellissimo il contropiede che ha portato, in un momento di dominio del centrocampo da parte napoletana, alla prima rete nell’attuale campionato di Callejon; la Lazio si è smarrita e Milik ha piazzato una lecca imparabile su punizione, 2-0. E l’Inter vorrebbe raggiungere questo Napoli? Ma va là! L’ingresso di Correa ha cambiato la Lazio nella ripresa: infatti con Immobile ha accorciato le distanze e, quando pareva inevitabile la rimonta, un fallaccio di Acerbi su Callejon ha lasciato gli aquilotti in dieci e… buonanotte. Previsione per i posticipi del lunedì: la Gobba asfalterà il Chievo, pareggio dei casciavit a Genova. Higuain, arrivato in pompa magna a Milano, non ha mai creduto al progetto rossonero: è giusto allora che vada a rompere le palle su altri lidi.