Con l’avvento del 2023, prende il via una nuova rassegna speciale di deSidera Teatro Oscar: “La Bibbia che non ti aspetti”, con protagonisti alcuni tra i più grandi scrittori del panorama italiano contemporaneo. Primo appuntamento il 10 gennaio alle ore 20.30: sul palco Luca Doninelli, Giacomo Poretti, Silvano Petrosino e Roberto Trifirò. Regia di Paolo Bignamini.



Avremmo potuto scegliere un titolo più accattivante, bisogna dirlo. Avremmo dovuto nascondere l’oggetto, spostare l’attenzione su qualcosa di più catchy: la Sacra Scrittura è roba da preti, da oratori ammuffiti. Puzza di catechismo. Non attira like, né tantomeno riempie la platea di un teatro.

Eppure, fino a qualche decennio fa nessuno avrebbe avvertito l’esigenza di affermare che la presenza della Bibbia nella nostra cultura non riguarda solo la storia della Chiesa, che è un fatto che ci tocca a prescindere dalla fede, perché ha interessato profondamente la storia della nostra cultura, contribuendo a definire l’uomo così come lo intendiamo oggi.



È un dato evidente: nessun testo ha determinato di più il corso della civiltà in cui viviamo e ci muoviamo. I grandi scrittori delle generazioni che ci hanno preceduto – si pensi a Graham Greene, Thomas Mann, James Joyce, Samuel Beckett – conoscevano la Bibbia a fondo, credenti o meno che fossero. E la conosceva il popolo, che quotidianamente attingeva al suo immenso tesoro di storie e le tramandava, come un tempo era accaduto in Grecia per i versi dell’Iliade. Poi, la supponenza e il pregiudizio ideologico hanno cominciato ad avere la meglio.

Racconti meravigliosi, che hanno popolato per secoli gli affreschi più belli delle nostre chiese, sono diventati poco a poco illeggibili, perché mancano le conoscenze per decifrarli. Chi tra i milioni di visitatori annuali del Duomo di Milano saprebbe più riconoscere e comprendere le tantissime storie che si annidano tra i bassorilievi, le statue, le guglie, le vetrate? I turisti più ostinati, tutt’al più, si leggono per intero qualche pagina di Wikipedia, o della Treccani.it, sollevando di tanto in tanto lo sguardo dallo schermo per additare con poca convinzione questo o quell’altro personaggio; gli altri, abbandonandosi a un’onesta pigrizia, scattano foto (tutte identiche) e passano, sottraendosi all’interrogazione.



Viviamo in un’epoca che, come scriveva Walter Siti (Contro l’impegno, ed. Rizzoli, 2021), “preferisce la velocità alla qualità, la trasversalità alla linearità, la mobilità di superficie alla profondità”; un’epoca perennemente in cerca di un progresso tecnologico che “ci potrà forse dare il Tutto (tutti i quadri del mondo, tutte le musiche, tutti i libri riprodotti e conservati per sempre in giganteschi cloud), ma l’Infinito mai”. E allora vale forse la pena fermarci un poco, sospendere per qualche ora il lavoro o lo studio per fare ordine sulla scrivania e riprendere in mano il Libro che ha posto le radici dell’uomo occidentale.

Noi abbiamo deciso di farlo insieme, a teatro. A partire dal 10 gennaio, ci daremo una serie di appuntamenti per leggere testi biblici meravigliosi e poco noti, per immergerci in storie mirabolanti e che, a un tempo, ci riguardano da vicino. Ma soprattutto sfideremo gli scrittori di oggi (tra i primi, Sandro Veronesi e Andrea Tarabbia) a misurarsi con alcune di queste storie, riscrivendole per raccontarle di nuovo davanti al nostro pubblico.

(GB)

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