Dopo la notizia dell’incarico a Draghi per formare un nuovo Governo l’indice principale italiano ha chiuso la giornata con la performance migliore d’Europa. Lo spread si è immediatamente ridotto e alcune grandi banche d’affari internazionali sono arrivate a consigliare ai propri clienti di “scommettere” sulle banche italiane nonostante uno dei Pil peggiori tra i Paesi avanzati e un fiume di sofferenze bancarie che sembra sempre più vicino; un consiglio spiegabile, viste la strettissima relazione tra banche e “sistema Paese”, solo nell’ottica di una scommessa sul sistema italiano in quanto tale e sulla sua appartenenza all’area euro.
Draghi è il Presidente della Banca centrale europea che ha salvato l’euro ed è certamente l’italiano più accreditato sui mercati finanziari e nelle capitali che contano sia in Europa che fuori dall’Europa. Per il mercato è una garanzia che verranno fatte le riforme giuste e presi i provvedimenti più opportuni per rilanciare l’economia di un Paese devastato dalla pandemia e molto indebitato. La scommessa non è solo sulle “idee” di Draghi, ma anche sull’efficacia della sua azione e sulla disponibilità dell’attuale compagine politica a seguirlo e supportarlo nella conduzione del Paese sostenendo il suo Governo e votando i suoi provvedimenti. Se questo non dovesse avvenire la delusione dei mercati sarebbe cocente. Fatte queste semplici premesse ci limitiamo a un paio di sottolineature.
La reazione di ieri è inaspettata non tanto perché ci fossero dei dubbi sull’autorevolezza di Draghi, ma sui tempi della sua “entrata in scena”. Il Governo Draghi, almeno per i mercati, è sempre stata un’ipotesi e forse anche l’inevitabile epilogo della situazione politica italiana, ma potremmo concludere, dopo la giornata di ieri, che i mercati non si aspettassero un’evoluzione così rapida. Diversamente si sarebbe colta qualche avvisaglia dentro e fuori i mercati.
L’unica premessa che può spiegare tutto è che la situazione italiana sia apparsa come irrimediabilmente grave e senza prospettive con il Governo Conte-2. Se la rottura rispetto a uno scenario che solo due settimane fa sembrava evolversi verso una sostanziale conferma del quadro politico è avvenuta così precipitosamente significa che la sfiducia nei confronti del precedente esecutivo e la preoccupazione per la situazione italiana erano massime dentro e fuori dall’Italia. Come minimo la narrazione che i giornali hanno fatto della gestione del precedente Governo della situazione economica italiana non è stata particolarmente accurata e non ha riflesso adeguatamente quello che si pensava sui mercati e nelle capitali europee.
Se questo è lo scenario è davvero urgente che il Governo sia all’altezza delle sfide che attendono l’Italia; qualsiasi sia la conclusione dei processi che si sono messi in moto ieri sarebbe difficile confrontarsi con mercati delusi, soprattutto dato che le aspettative e le sfide sono così “alte”.
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