La Cina, da sempre dipinta come una delle maggiori potenze economiche mondiale, sembra essere nel mezzo di un complicato declino che, secondo gli analisti, è destinato a peggiorare nel corso dei prossimi anni. Contestualmente, e forse anche a causa di questo fenomeno, sta calando il consenso nei confronti del leader, Xi Jinping, in carica dal 2013 e riconfermato nel 2018 con il 100% dei voti favorevoli da parte dell’Assemblea nazionale del popolo. Eppure, secondo gli stessi analisti citati prima, la colpa del declino economico della Cina potrebbe risiedere anche in alcune scelte sbagliate da parte dello stesso presidente, che in qualche modo si illude ancora di poter dar vita a quel sogno comunista immaginato da Karl Marx.
Le cause del declino della Cina, tra crisi demografica, lavorativa e Xi Jinping
Insomma, la Cina, con la sua economia forte che sfida apertamente l’occidente e gli USA, sembra fare i conti con un declino che non sembra poteri arrestare facilmente. Lo spiega, per esempio, Stephen Roach, ex top dog di Morgan Stanley Asia ed oggi docente nella prestigiosa università di Yale, citato dal quotidiano ItaliaOggi, che conferma “le previsioni di un protratto rallentamento della crescita cinese” che sarà costante “per parecchi anni a venire“, ovviamente nel caso qualcosa tra i vertici del potere non cambiasse.
Secondo l’analista, dietro al declino della Cina ci sarebbero almeno due fattori principali: “Un micidiale mix di carenza di produttività e di crisi demografica“. Infatti, “il declino della popolazione lavorativa va avanti dal 2016 ed è tale che non è alle viste un’inversione di tendenza da qui alla fine del secolo”. E, continua, la crisi della produttività è dovuta ad altri due fattori altrettanto micidiali, “l’aver puntato ostinatamente, da quando è al potere Xi Jinping, sull’impresa pubblica [e] l’ostilità verso l’impresa privata“. Insomma, quell’accentramento dei poteri economici nelle mani di un unico capo di stato tanto caro al comunismo teorico, starebbe causando il declino irrefrenabile della Cina. Un sogno, quello comunista, che funzionava solo sulle pagine scritte di Marx e che mai nessuno stato nel mondo è riuscito ad applicare senza esiti disastrosi.