La pandemia di Coronavirus accompagna ormai da un anno – giorno più, giorno meno – il nostro vivere quotidiano e sin dall’inizio l’umanità intera si è interrogata sulla sua genesi, tentando di comprendere come tutto sia iniziato a Wuhan, la città della Cina simbolo del Covid-19. Ora, forse, una risposta c’è: l‘Intelligence degli USA ha pubblicato pochi giorni fa un documento scottante contro il Governo del Paese orientale e ad accendere i riflettori sulla questione in Italia è stata la trasmissione di Rete 4 “Fuori dal Coro”, condotta da Mario Giordano.
A finire al centro dell’indagine è stato proprio il laboratorio di Wuhan, lì dove tutto ha avuto inizio, con il Governo cinese che avrebbe sistematicamente impedito gli accertamenti sull’origine della pandemia. A tal proposito, nel corso del servizio del programma targato Mediaset è anche intervenuto Giulio Terzi, ex ministro degli Affari Esteri, il quale, senza troppa retorica o giri di parole, ha asserito: “Quello che c’è da nascondere a Wuhan è così pesante e così pericoloso per il Governo cinese che questa storia è destinata a rimanere sotto i coni d’ombra a Pechino”.
DOCUMENTO CHOC DEGLI USA CONTRO LA CINA: COSA CONTIENE?
Come raccontato nel corso della puntata di “Fuori dal Coro” andata in onda nella serata di ieri, martedì 26 gennaio, nel documento figurano rivelazioni importantissime: già nell’autunno 2019 diversi ricercatori del laboratorio di Wuhan si erano ammalati di Covid-19, proprio quando in città erano in corso le Olimpiadi militari e alcuni dei nostri atleti, al rientro in Italia, avevano accusato sintomi simili a quelli generati dal Coronavirus. “Soltanto mesi dopo sono arrivate le prime informazioni riguardanti il Covid-19 e io ho ipotizzato di averlo preso”, ha raccontato Matteo Tagliariol, azzurro di scherma medaglia d’oro ai Giochi di Pechino 2008. Eppure, fino a questo momento, la direttrice del laboratorio di Wuhan ha sostenuto che non ci sono state infezioni tra medici e ricercatori: “La direttrice nega, ma noi abbiamo la possibilità di fare verifiche”, ha sottolineato Plinio Innocenzi, unico scienziato italiano entrato nel laboratorio di Wuhan. D’altra parte, se non sono mai sorte infezioni, perché impedire le interviste a coloro che lavoravano nel laboratorio? E dov’è finita la ricercatrice ritenuta la paziente zero cinese? Una domanda alla quale neppure Maria Van Kerkhove (responsabile tecnico OMS per il Covid) ha saputo dare una risposta: “Potremmo non trovare mai il paziente zero”.