Sulle pagine del quotidiano italiano Repubblica è stato pubblicato un lungo articolo, preoccupante, sulle strategie della Cina per infiltrarsi nell’economia europea, e quindi anche italiana. Il governo cinese, infatti, attraverso tutta una serie di strategie, punta ad aumentare i suoi investimenti esteri, allungando ulteriormente il già lungo braccio del Dragone sugli stati occidentali, per scopi che per ora appaiono ancora ignoti.
Complessivamente, infatti, risulta che la Cina sia sempre più interessata ad investire in aziende italiane, acquisendole e, di fatto, spolpandole del loro know how tecnologico, che in breve tempo viene trasferito e replicato sul territorio cinese. Un esempio lampante ed importante è quello dell’azienda Alpi Aviation di Pordenone, interessata da un’acquisizione dal valore di 4 milioni per il 75% delle quote societarie. Nulla di male, almeno sulla carta, non fosse che il valore stimato dell’azienda era meno della metà dell’offerta arrivata dalla Cina. Cosa c’entra, però, il governo cinese? Semplice, l’acquisto era promosso dalla Mars Information, controllata dalla Crrc Group, che a sua volta è controllata dalla SASAC, ovvero una commissione statale per la supervisione e l’amministrazione dei beni di proprietà del governo cinese.
Le mani della Cina sul porto di Taranto
Insomma, l’acquisizione da parte dell’azienda con sede legale in Cina nascondeva, in realtà, la mano del partito comunista. L’investimento riguardava soprattutto il drone da guerra Strik-Df, gioiello tecnologico della Alpi Aviation. Con la scusa di esporlo ad una fiera tecnologica, il drone era in viaggio verso la Cina, dove probabilmente sarebbe stato studiato e replicato, per poi lasciare l’azienda italiana senza investimenti.
Fortunatamente, il governo italiano è intervenuto bloccando l’acquisto da parte della Cina, grazie al suo Golden Power (con cui può legalmente bloccare gli investimenti che considera illeciti). Singolare, inoltre, è l’uso sempre più diffuso del potere, che solamente nel 2022 è stato usato ben 608 volte, nella maggior parte dei casi per bloccare acquisizioni cinesi, con un aumento del 22% rispetto al 2021. In tutto questo apparirà ancora più singolare la questione che ruota attorno al porto di Taranto, in lizza per un acquisto da parte della Cina che, così, completerebbe la Via della Seta. Essendo il porto vicino ad una delle più importanti basi navali della Nato. Dietro, ancora una volta, ci sarebbe un amico del governo cinese, con un copione del tutto simile a quello della Alpi Aviation.