Il filosofo francese Michel Onfray ha recentemente parlato, con il quotidiano italiano Il Foglio, della sempre più marcata decadenza della civiltà occidentale. Schiacciata da quello che definisce il giovane maschio dominante, esattamente come in natura dove il maschio Alpha ad un certo punto della vita è costretto a lasciare il suo posto a favore di un nuovo e più forte Alpha, la società che conosciamo è destinata a sparire. Non si tratta di una cosa necessariamente positiva o negativa, secondo il filosofo Onfray, ma semplicemente di un inevitabile progresso che ci porterà ad abbandonare l’attuale civiltà occidentale, con tutte le conseguenze positive e negative del caso.



Michel Onfray: “La morte della civiltà occidentale”

Secondo il filosofo Onfray, insomma, la civiltà occidentale sarebbe sull’orlo del precipizio della decadenza ed ora si tratterebbe solamente di “analizzare le cellule cancerose di un tumore che testimonia una fine annunciata”. Non usa mezzi termini, spiegando che “viviamo ai piedi di un vulcano che inizia un’eruzione che sappiamo ci porterà via”, in un processo che affonda le sue origini al “primo passo dell’uomo sulla Luna nel 1969: la data della fine dell’umano e dell’inizio del postumano“.



Ora, continua a spiegare Onfray sulla caduta della civiltà occidentale, “è in arrivo la reificazione che, con il pretesto del progressismo, fa sì che tutto possa già essere affittato, comprato o venduto: ovociti di donne povere, uteri di madri surrogate proletarizzate, figli di coppie dai generi fluidi“. L’esito è uno ed inequivocabile, “il nostro mondo sta crollando” ma di positivo c’è che “ne nasce un altro. Non è né buono né cattivo” e di contro secondo il filosofo, “non bisogna voler restaurare un tempo antico, è un’utopia reazionaria”. La civiltà occidentale, spiega Onfray, “giudaica e cristiana, ha fatto il suo tempo, duemila anni, ma ora è come un vecchio maschio dominante, invecchiato, glabro, stanco, storpio. È nell’ordine delle cose che un giovane maschio dominante pieno di vigore lo provochi, lo minacci, lo combatta per prendere il suo posto. Un giorno anche questo giovane diventerà vecchio” in un ciclo che non si può fermare o rallentare, ma che bisogna solamente assecondare.

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