Franco Battaglia, noto chimico e fisico, ha sempre combattuto una personale battaglia per smentire l’idea che la Co2 antropica (ovvero emessa dall’uomo) sia responsabile dei cambiamenti climatici. In un recente articolo pubblicato sul quotidiano la Verità, inoltre, ha fatto un ulteriore passo avanti, esponendo alcune riflessioni che dimostrerebbero l’esatto contrario rispetto alla tesi diffusa, ovvero che senza le emissioni umane di anidride si rischierebbe di compromettere lo stesso ecosistema che si cerca di salvare.



Per esporre la sua tesi sulla Co2, il professor Battaglia parte dalla spiegazione di cosa siano le radiazioni elettromagnetiche. Questa è una sorta di emissione naturale che tutto, dai viventi al pianeta, emana e che è compresa in determinate lunghezze d’onda, con intensità variabili, in base alla natura dell’emettitore e alla temperatura del corpo. Per esempio, il sole emette radiazioni soprattutto tra gli 0,2 e i 2,5 micron, con il picco attorno agli 0,5. Similmente, il pianeta terra, spiega ancora il professor Battaglia prima di arrivare alla Co2, emette radiazioni tra i 4 e i 40 micron, con il picco attorno ai 10.



La tesi di Battaglia: “Senza Co2, il pianeta sarebbe spacciato”

Il professor Franco Battaglia continua la sua tesi sottolineando che la teoria diffusa vorrebbe che la Co2 emessa dall’uomo (in proporzione, dunque, maggiore a quella emessa naturalmente, da piante, animali e pianeta) cattura parte di quelle radiazioni di cui si parlava prima. Le radiazioni catturate verrebbero, dunque, riemesse verso il pianeta (invece che verso lo spazio, dove naturalmente andrebbero) contribuendo al riscaldamento globale.

“Ma questo è impossibile”, sottolinea deciso Battaglia, perché chimicamente parlando, la molecole della Co2 assorbe radiazioni solamente tra i 14 e i 16 micron, pari al 9% di quelle emesse dalla Terra. La conclusione, secondo il professore ovvia, è che l’anidride “immessa dall’uomo da ora in poi non può avere alcun effetto sulla temperatura”, perché anche in ingenti quantità, “non è capace di assorbire più del 9% della radiazione terrestre”.



Ma c’è un ulteriore ma, spiega il professor Battaglia, perché la Co2, oltre a contribuire in minima e trascurabile parte al riscaldamento terrestre, “è uno dei tre componenti che consente la fotosintesi clorofilliana“. Inoltre, gli stessi climatologi hanno sempre detto che se l’anidride in atmosfera fosse inferiore ai 150 ppm (parti per milione) “la vita non sarebbe possibile”. Il monito è chiaro, conclude Battaglia “interrompiamo allora ogni programma di riduzione delle immissioni di Co2″, perché gli effetti potrebbero nuocere al pianeta e all’umanità.