La concessione del telefono – C’era una volta Vigata, il terzo film tv tratto da un romanzo di Andrea Camilleri: appuntamento questa sera su Rai 1 con il prodotto diretto da Roan Johnson. Scritto nel 1998, il libro edito da Sellerio è stato tra i più grandi successi dello scrittore di Porto Empedocle ma anche uno dei suoi preferiti, come rivelato in un’intervista rilasciata ai microfoni di Tcd: «I miei libri preferiti? Ne amo due: Il birraio di Preston e La concessione del telefono. Sono grato a Montalbano perché mi ha fatto da apripista, ciò non toglie che (come si può vedere sono un carattere infedele) i miei preferiti siano in genere i romanzi storici». Ambientato nella Vigata del 1891, il romanzo vede protagonista Filippo (“Pippo”) Genuardi, mentre l’antagonista è Calogero (“Don Lollò”) Longhitano commendatore, uomo di rispetto. E c’è grande curiosità per capire se il film tv riuscirà a trasporre le famose “cose scritte” e “cose dette” tipiche di Camilleri…



LA CONCESSIONE DEL TELEFONO, IL ROMANZO DI ANDREA CAMILLERI

Come altri scritti di Camilleri, La concessione del telefono non segue i canoni classici del romanzo e si alternano due forme di scrittura: le “cose scritte” e le “cose dette”. Le “cose scritte” sono lettere, le “cose dette” sono i dialoghi tra i personaggi della storia, riportati come in un “copione”. Nel romanzo queste due “categorie” si intrecciano alla perfezione, arrivando a fondersi nell’ultima parte. Questa la descrizione del romanzo del grande Camilleri: «Nell’estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale (che riproduco nel romanzo) per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia (l’ho terminata nel marzo del 1997). La concessione risale al 1892… Nei limiti del possibile, essendo questa storia esattamente datata, ho fedelmente citato ministri, alti funzionari dello stato e rivoluzionari col loro vero nome (e anche gli avvenimenti di cui furono protagonisti sono autentici). Tutti gli altri nomi e gli altri fatti sono invece inventati di sana pianta».

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