Corea del Sud: la seconda capitale Sejong fatica ad ingranare
La Corea del Sud nel 2007 ha avviato ufficialmente i lavori per la costruzione di Sejong, immaginata come una seconda metropoli che avrebbe alleviato le pressioni sociali sulla capitale Seul. Il progetto, inizialmente proposto nel 2003 dall’allora presidente Roh Moo-hyun, si era subito scontrato con la reticenza della Corte Costituzionale, che non era intenzionata a permettere il cambiamento della capitale.
Dopo piani e progetti differenti, poi, la Corea del Sud è riuscita ad ottenere il via libera per Sejong, scendendo a patti, però, con il fatto che la capitale politica restasse Seul. Le fondamenta alla base dell’idea erano quelle di togliere dalla capitale pare dell’enorme concentrazione umana (ci vivono attualmente circa la metà dei 52 milioni complessivi di sudcoreani), trasferendo nella seconda metropoli parte degli uffici amministrativi e delle attrazioni pubbliche. Così, con un investimento cospicuo, il governo della Corea del Sud è riuscita ad acquistare un’ampia area pianeggiante dai contadini che la occupavano, inaugurando infine la seconda capitale Sejong nel 2012, aspettandosi che ben presto sarebbe cresciuta ai ritmi di Seul. Ad oggi, però, qualcosa sembra essere andato storto.
Perché Sejong non piace ai sudcoreani
L’avveniristico progetto della Corea del Sud, per il quale non sono stati resi noti i prospetti di spesa, ha iniziato ad accogliere nuovi cittadini già nel 2012, ma oggi, a più di 10 anni di distanza dall’inaugurazione di Sejong, ci vivono circa 350mila persone, in larghissima parte dipendenti pubblici. Questi ultimi sono la prima causa di malcontento per la città sudcoreana, costretti a trasferirsi, lasciando famiglie e cari.
A poco sono serviti i piani all’avanguardia della Corea del Sud, che ha di fatto progettato Sejong come una città altamente tecnologica, ma anche sostenibile, quasi interamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili, con progetti per il riciclo delle acque piovane, aree verdi e parchi. Lì si testano i veicoli a guida autonoma e vi è un altissimo livello di sicurezza grazie alle numerose telecamere presenti. Ma di contro, la Corea del Sud fatica ad attirare persone a Sejong, rendendola una città quasi deserta, con pochi negozi, luoghi di socializzazione o attrattive turistiche. Come se non bastasse, i pochi cittadini che ci vivono si lamentano della sensazione di noia che li pervade quando non lavorano e degli affitti eccessivamente alti (non al livello di Seul, ma comunque elevati per l’offerta cittadina).