È un Walter Zenga amareggiato, quello che risponde alle domande del giornalista Fabrizio Biasin su Libero. Non riesce a digerire di non venir preso in considerazione dalle squadre di Serie A, nonostante il tourbillon di allenatori di questa estate. “Sto male, perché ho visto il Verona prendere Di Francesco, Giampaolo sulla bocca di tutti, la Gazzetta nomina Stankovic come miglior “italiano” all’estero o cita Bergodi e Mangia, grandi ex allenatori del Craiova in Romania. E io? “.



In particolare, l’Uomo Ragno, dopo aver superato i 60 anni, non si capacita di come il suo nome non sia stato neppure preso in considerazione. Questo potrebbe portarlo ad abbandonare la professione di allenatore: “Non sembra, ma faccio il mister da 20 anni e da uno sono fermo. Ho avuto un contatto col Crotone, ma mi proponevano 3 mesi e io volevo poter affrontare anche l’eventuale serie B. Ora ho bisogno di capire se qualcuno crede ancora in me”. E lancia una piccola “bomba” senza troppe conferme: “potrei anche smettere…”



Walter Zenga: “Mancini ha ricreato l’atmosfera di Italia ’90”

Zenga, da grande conoscitore di calcio, ha poi espresso il suo parere sulla Nazionale, dopo la brillante vittoria contro la Turchia: “La grande qualità di Mancini  è quella di sembrare sempre rilassato, poi magari dentro non è così, ma all’ esterno tiene tutto sotto controllo. Senza nulla togliere ai campioni del 2006, Roberto ha ridato alla gente l’ entusiasmo che c’era attorno alla mia nazionale, quella degli Europei ’88 e di Italia ’90”.

E se anche questa, come quelle non dovesse vincere nulla? Zenga, provocato, risponde alla sua maniera, senza troppi fronzoli: “Magari non vincerà neanche questa, non è questo il punto. È il clima che si respira a fare la differenza, se andrà tutto bene giocheremo altre 6 partite, altrimenti… sticazzi! E basta con questa cosa molto italiana di buttarci giù. Prima della partita con la Turchia era tutto un oddio la Turchia, che paura, poi li vedi e capisci cosa c’è in giro per l’Europa. Il bello è che poi danno dei difensivisti a noi tecnici italiani”. Uno Zenga, quindi, sempre pimpante, che non le manda a dire a un mondo che sembra essersi dimenticato di lui.