Giulia Spizzichino, nata e cresciuta a Roma, ha visto la sua storia raccontata in un libro. La donna, infatti, è riuscita a sfuggire alla deportazione del 16 ottobre nella Capitale, perdendo tutta la sua famiglia, che venne interamente deportata ad Auschwitz e morì tra il campo di sterminio polacco e le Fosse Ardeatine. La ragazzina perse così 26 parenti, tra cui c’erano anche 11 bambini. Giulia riuscì a salvarsi miracolosamente perché non si trovava insieme alla famiglia al momento della retata nazista: la sua storia è stata raccontata nel libro “La farfalla impazzita – Dalle Fosse Ardeatine al processo Priebke”.
Il titolo del libro che racconta la storia della donna, ebrea romana sopravvissuta all’Olocausto, proviene da un soprannome attribuito a Giulia da un amico. La sua storia fatta di immenso dolore e sofferenza, infatti, ha portato l’amico a paragonarla a una farfalla che sbatte le ali senza riuscire a trovare un luogo dove posarsi. La storia di Giulia è stata segnata infatti dalla tragedia della Shoah, a causa della quale ha perso l’intera famiglia: ancor prima, a undici anni, la ragazzina era stata cacciata da scuola in quanto ebrea.
La farfalla impazzita storia vera Giulia Spizzichino: la storia, grazie a lei il processo Piebke
La famiglia di Giulia Spizzichino è morta durante l’Olocausto: solo lei è riuscita a sopravvivere, sfuggendo alla morte. Sette persone sono state massacrate nell’eccidio delle Fosse Ardeatine mentre gli altri familiari deportati ad Auschwitz. Giulia per anni è stata costretta a nascondersi dopo essere sfuggita alla cattura, vivendo nel terrore fino alla fine della guerra.
Giulia Spizzichino è nota anche per essere stata, negli anni Novanta, protagonista del processo Piebke. Venuta a conoscenza della fuga in Argentina di uno degli esecutori materiali delle Fosse Ardeatine, decise di intraprendere un viaggio per ottenere la sua estradizione e farlo condannare. Con la sua testimonianza, riuscì nel suo intento e nel ristabilire la giustizia. Giulia Spizzichino è morta nel 2016.