“Non è una fine esaltante per quel partito a cui avevamo dato vita e che ha segnato la storia italiana degli ultimi due decenni”, dice Giulio Urbani, uno dei fondatori di Forza Italia, l’uomo che ne elaborò il programma istituzionale, ex ministro e protagonista della vita politica italiana fino al 2005, quando lascia, per non tornarvi più, il Parlamento. Parliamo con lui dell’improvviso abbandono di Giovanni Toti da Forza Italia, a cui dovrebbe seguire, leggendo quanto ha scritto sui social, anche quello di Mara Carfagna. I due non hanno gradito il no di Berlusconi alle primarie, a cui specialmente il governatore della Liguria guardava con grande aspettativa, e la nascita della federazione L’Altra Italia, con cui Berlusconi spera di chiamare a raccolta i moderati, i centristi, i cattolici, i liberali, come ha detto lo stesso presidente del partito. “Ma queste figure oggi in Italia non esistono proprio” ci ha detto ancora Urbani, “se va avanti con questo progetto sarà un fallimento e la fine di una grande storia politica”.
Lei pensa che L’Altra Italia nasca come genuina idea politica di Berlusconi, o piuttosto per liberarsi di figure concorrenziali come era Toti?
Non credo nasca per questo secondo motivo, sarebbe un po’ poco fare tutto questo caos per dire a Toti di andarsene.
Il governatore della Liguria voleva le primarie, a cui Berlusconi ha detto ancora una volta di no. Toti aveva mire precise sulla leadership?
Ma Toti ha anche degli impegni assunti con gli elettori liguri, per lui quei voti sono un tesoretto che non deve né sprecare né tradire.
Una federazione di moderati e centristi, dice Berlusconi: oggi in Italia questi soggetti esistono?
Direi proprio di no, non esiste un spazio rilevante per un soggetto di questo tipo, non sono temi in discussione. Il problema è che Berlusconi può pensare a tutti i partiti che vuole, ma a una condizione: che passi la mano a qualcun altro. Se lo fa, ci sono le condizioni per un nuovo soggetto politico, ma al momento sta dimostrando di essere un padre padrone, un uomo solo al comando circondato solo di yes men.
Toti insiste che ci vogliono volti nuovi per rilanciare Forza Italia.
Volti nuovi che poi per Toti vuol dire un volto nuovo, il suo. Ma comunque sì, come le dicevo ci vogliono nuove figure politiche. Berlusconi a questo punto dovrebbe fare il presidente onorario e basta. Non è in gioco nulla che sia nelle sue mani nella gestione della politica italiana odierna. Può essere la figura storica a cui si riconoscono giustamente molti meriti, li può far valere, ma non oltre la figura storica.
Il futuro di Toti a questo punto? Si parla di un suo soggetto politico che confluisca nella Lega e porti a elezioni anticipate, le vincerebbero?
Non credo che Toti abbia tanti voti da poter assicurare questo tipo di scenario, dovrebbe avere il 5%.
Sicuramente ci sarebbe anche Fratelli d’Italia…
Allora è diverso, loro hanno già più del 5%. Però attenzione, sono voti che si sovrappongono in larga parte. Devono stare attenti se vogliono cumularli, se vogliono produrre una somma invece di rubarseli fra loro.
Pensa che Berlusconi andrà avanti con L’Altra Italia?
Non ha una strada davanti a sé, non credo proprio. Ha senso in quanto può pescare soprattutto dalla Lega, anche da Fratelli d’Italia, ma mi sembra che queste forze politiche nascano proprio contro di lui, non ha grandi speranze. Non è una conclusione esaltante per chi si ricorda la nascita di Forza Italia, ma purtroppo è così.
(Paolo Vites)