LA LETTERA CHOC DEI CATTOLICI DEMOCRATICI USA AD UN ANNO DALLA SENTENZA SULL’ABORTO

Il tema dell’aborto – non da oggi – è delicato, complesso e divisivo in maniera trasversale nella società contemporanea: un anno esatto fa la sentenza della Corte Suprema Usa (la cosiddetta “Dobbs vs Jackson Women’s Health” che ha cancellato la precedente Roe vs Wade del 1973) ha definito negli Stati Uniti che «La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto», ergo l’interruzione di gravidanza è un “diritto soggettivo” che ogni Stato può normare senza la “cornice” costituzionale.



Ebbene, parlare dell’aborto e pensare di “imporre” all’altro il proprio giudizio è sempre da evitare: qui però, davanti alla lettera firmata da 30 Rappresentanti della Camera al Congresso Usa – autodefinitosi “cattolici democratici” – il giudizio emerge spontaneo, da cattolici o anche solo da laici onesti intellettualmente. Scrivere nero su bianco che è un principio della propria fede cristiana la difesa dell’aborto come diritto per tutte le donne non ci sembra un buon servizio alla verità (con la “v” minuscola, siamo lontani anni luce dal discutere di “Verità”, ndr). Cos’è successo per scatenare tutta questa “premessa” ve lo diciamo subito: il gruppo dei Democratici, guidato dalla rappresentante del Connecticut Rosa DeLauro e con presente l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi, ha firmato una lettera in cui viene citata la loro fede cattolica e l’esortazione apostolica “Christifideles Laici” di San Giovanni Paolo II come ragioni – sì, avete letto bene, “ragioni” – per sostenere l’aborto.



“LA NOSTRA FEDE IMPONE DI DIFENDERE L’ABORTO”: NANCY PELOSI E IL ROVESCIAMENTO DELLA REALTÀ (E DELLA DOTTRINA DELLA CHIESA)

«I principi fondamentali della nostra fede cattolica – giustizia sociale, coscienza e libertà religiosa – ci obbligano a difendere il diritto delle donne ad accedere all’aborto», si legge nella lettera pubblicata sui social da DeLauro con la firma di tutti e 30 i cattolici dem concordi al Congresso, «La nostra fede promuove infallibilmente il bene comune, dà priorità alla dignità di ogni essere umano e sottolinea la necessità di fornire una rete di sicurezza collettiva ai nostri più vulnerabili». Pelosi & Co. si dicono impegnati a «rendere reali i principi fondamentali al centro della dottrina sociale cattolica: aiutare i poveri, gli svantaggiati e gli oppressi; proteggere gli ultimi tra noi; e assicurando che a tutti gli americani di ogni fede siano offerte opportunità significative per condividere le benedizioni di questo grande paese».



È passato un anno dalla sentenza della Corte Suprema Usa e la lettera dei Catto-Dem intende gettare sul fronte politico una tematica prettamente personale e se si vuole anche religiosa come la difesa della vita di tutti, dal concepimento fino al suo esaurirsi. Invece i cattolici Dem si scagliano contro gli odiati rivali repubblicani e contro la Corte definita troppo “conservatrice”: «i giudici hanno privato le donne del loro diritto all’aborto e hanno intensificato una crisi sanitaria riproduttiva in corso in questo paese. I divieti e le restrizioni all’aborto danneggiano in modo sproporzionato coloro che già sopportano povertà, discriminazione e razzismo». Lo ribadiamo qualora non fosse compreso il giudizio: il punto non è che non si possa avere un’opinione “pro-choice” sull’aborto. Questo è libero, legittimo e lungi da noi dire il contrario: il tema semmai è usare la propria fede per darsi le ragioni “morali” di una scelta che quella stessa fede – dalla Dottrina fino ai Papi passando per il Vangelo – giudica come un male. L’aborto, ha detto più volte Papa Francesco pur visto come un “faro” per la cultura catto-dem negli Stati Uniti, è «eliminare una vita», è un «sacrilegio», è un «omicidio». Invece i Democratici arrivano a riscrivere non solo la dottrina cattolica ma la stessa realtà che li circonda: «Come cattolici, crediamo che tutti gli individui siano liberi di prendere le proprie decisioni personali riguardo al proprio corpo, alle proprie famiglie e al proprio futuro».

I CATTO-DEM USANO PAPA WOJTYLA PER “GIUSTIFICARE” L’ABORTO: ECCO INVECE COSA SCRIVEVA IL GRANDE SANTO PONTEFICE

Apice della lettera il passaggio in cui viene usato San Giovanni Paolo II per difendere il diritto all’aborto: «Come Cattolico-Democratici che abbracciano la vocazione e la missione dei laici espresse dal compianto Papa Giovanni Paolo II nella sua esortazione apostolica “Christifideles Laici”. Crediamo che la Chiesa è il ‘popolo di Dio’, chiamato a essere una forza morale nel senso più ampio».

Bene, facciamo un piccolo sforzo e servizio di cronaca: andiamo a ripescare quello scritto di Papa Wojtyla e vediamo se in qualche modo giustifica l’uccisione dei feti: pubblicata nel 1988 dopo il sinodo dei vescovi del 1987 sulla vocazione e missione dei laici, l’esortazione sottolinea «Chi può contare il numero dei bambini non nati perché uccisi nel grembo materno, dei bambini abbandonati e maltrattati dai propri genitori, dei bambini che crescono senza affetto e senza educazione? Nonostante tutto questo, dunque, l’umanità è capace di sperare. Deve anzi sperare: il Vangelo vivo e personale, Gesù Cristo stesso, è la ‘buona novella’ e il portatore di gioia che la Chiesa annuncia ogni giorno, e di cui la Chiesa rende testimonianza davanti a tutti gli uomini». Ordunque, siamo così sicuri ancora che San Giovanni Paolo II in quel testo (o in qualsiasi altro) giustificasse il diritto all’aborto utilizzando motivazioni tratte dal Vangelo di Cristo? Noi no, ma i 30 Dem pare proprio di sì.