Catherine Colonna, ministra degli Esteri in Francia, ha parlato sulle pagine del quotidiano Le Monde dell’attuale situazione in Africa, dove si è verificato l’ennesimo golpe, il nono negli ultimi tre anni. La ministra ha voluto, più che altro, smentire la comune visione che i colpi di stato inficino soprattutto su Parigi, che conserverebbe ancora degli interessi neocoloniali dal periodo famoso come Francafrique, in cui la Francia guidò le missioni contro i jihadisti.
Il punto di Catherine Colonna è chiaro, “la Francafrique è morta da tempo“, sottolineando che “la linea della Francia [sui golpe] è quella di ascoltare gli africani, non di decidere per loro”. Parigi, spiega, agisce “secondo semplici principi. l primo è quello di condannare i colpi di Stato e trovare una soluzione democratica alla crisi. Il secondo è che non dobbiamo sostituirci alle organizzazioni regionali”. Insomma, gli interessi di Parigi, secondo Colonna, non sarebbero neppure in campo, mentre la posizione francese è quella di condanna verso “qualsiasi presa di potere da parte di putshisti, soprattutto in un Paese come il Niger, dove le istituzioni democratiche funzionavano”, ma anche di sostegno verso “gli sforzi dei Paesi della regione per ottenere un ritorno all’ordine costituzionale“.
Catherine Colonna: “In Ucraina ci vuole pazienza, i negoziati ora non sono possibili”
Passando oltre al discorso Francafrique, la ministra Colonna ci tiene anche ad analizzare la situazione, altrettanto delicata, dell’Ucraina. Ritiene, infatti, che allo stato attuale delle cose “i tempi non sono maturi per negoziati in buona fede per una pace giusta” e seppur l’Ucraina abbia più volte aperto ad un possibile discorso pacifico, “da parte russa non vediamo alcun segno di volontà di avviare i negoziati“.
Parlando, invece, della controffensiva, ampiamente criticata a livello internazionale, specialmente dagli USA, Colonna ricorda che gli ucraina hanno da sempre stimato di condurla “in diversi mesi, non in pochi giorni o settimane. Loro stessi affermano che le operazioni sono difficili, perché i russi hanno predisposto diverse linee di difesa”, ma al contempo “stanno facendo progressi e hanno sfondato in alcuni punti”. Nell’immediato futuro, oltre a lavorare per la pace, secondo Colonna sarebbe necessario “lavorare con l’Ucraina per trovare un modo per ricostruire una solida architettura di sicurezza“, che permetta in futuro di lavorare anche al suo accesso alla NATO, però tenendo anche conto del comportamento della Russia, che “ha alterato gli equilibri. Ha scelto la guerra [seppur] l’Ucraina non era una minaccia [e] i nazisti non erano al potere a Kiev”.