Mentre l’Italia per decenni è rimasta indietro nella corsa verso la produzione di energia nucleare, nel resto del mondo la ricerca è andata avanti quasi senza sosta e sembra che il terreno sia ormai fertile per arrivare alla (futuristica e fino a qualche anno fa impensabile) fusione nucleare. Un risultato sorprendente e che negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi studi, ma che non è (ancora) riuscito a fare l’ultimo passo: rendere la fusione nucleare stabile e soprattutto remunerativa dal punto di vista energetico.



Facendo un passo indietro, è importante sottolineare che la reazione di cui parliamo è del tutto diversa da quella fissione che quotidianamente avviene nei reattori nucleari sparsi in giro per il mondo e dovrebbe (così si ipotizza) permettere di produrre una quantità di energia di gran lunga superiore. La fissione, infatti, parte dalla distruzione degli atomi di uranio o torio per produrre vapore che alimenta energia grazie ad una bobina; differentemente, la fusione nucleare mira a replicare il calore del nucleo del Sole per produrre una ancora maggiore quantità di vapore.



I risultati del reattore Z-Pinch: la fusione nucleare economica e miniaturizzata

Ora, chiarite le basi fisiche delle due reazioni, sarà più chiaro il motivo per cui la fusione nucleare è una sorta di chimera per i fisici di tutto il mondo, soprattutto considerando che il nucleo solare raggiunge temperature di circa 14 milioni di gradi. Il punto delle ricerche è proprio riuscire a ricreare qualcosa di simile (almeno dal punto di vista della temperatura) al plasma che si trova al centro del Sole per riuscire ad incalare quell’enorme quantità di energia che arriva sulla nostra Terra sotto forma di calore e luce; ma anche trovare un modo per contenere quel caldissimo plasma, sfruttandolo per la fusione nucleare.



Diverse ricerche hanno raggiunto il risultato (superando addirittura i 100 milioni di gradi per un plasma prodotto in laboratorio), ma tra tutte spicca la più recente: il mini-reattore Z-Pinch di Zap Energy. Come fa intuire il nome il suo punto forte è che riesce a produrre plasma da una fusione nucleare in uno spazio minimo rispetto agli altri progetti, con l’ovvia conseguenza di abbattere i costi (anche perché non usa i classici magneti superconduttori) e lo spazio necessario per i (futuri, molto lontani) reattori. I primi test di Z-Pinch hanno raggiunto temperature tra i 10 e i 37 milioni di gradi Celsius: risultati incoraggianti, ma che non sono ancora riusciti a risolvere il principale dei problemi, produrre energia in quantità maggiore a quella impiegata.