La “grotta urlante” di Premilcuore, al confine tra Emilia-Romagna e Toscana, oltre a rappresentare uno dei luoghi di maggior fascino del Centro Italia è considerata un vero e proprio tesoro nascosto in cui il fiume casca all’interno di una grotta scavata nel corso dei secoli e sembra davvero “ululare”: si trova infatti nella provincia di Forlì-Cesena, sull’Appennino tosco-romagnolo e in quella che è la valle del fiume Rabbi un piccolo borgo dal nome singolare, uno di quei luoghi che meriterebbe una visita a prescindere. Ubicato sulla riva destra del Rabbi (uno degli affluenti del fiume Montone), le cui acque danno origine a quel gorgo nella cosiddetta “grotta urlante”, il Comune di Premilcuore ha una storia davvero curiosa e sorge peraltro all’interno del suggestivo Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Andiamo a scoprire la storia di questo borgo di 800 anime e cosa si nasconde nei meandri di questa grotta incastonata nella vegetazione e che affascina i suoi visitatori con quel canto malinconico e che sembra provenire quasi da un’altra dimensione.



LA “GROTTA URLANTE” DI PREMILCUORE

Distante circa 40 chilometri da Forlì, l’origine del piccolo centro medievale di Premilcuore si fa risalire all’epoca romana quando un centurione si sarebbe rifugiato nell’alta vallata del fiume Rabbi per sfuggire alla repressione dell’imperatore Caracalla che aveva accusato lui e altri illustri esponenti di aver fomentato una rivolta. Che si tratti di storia e leggenda, nell’area sarebbero giunti negli anni altri esuli romani e non solo dando vita a una piccola comunità dedita alla pastorizia e all’agricoltura, mentre restano molti dubbi sull’origine di un nome così suggestivo sono in campo diverse ipotesi che però tolgono il fascino a quel “premere il cuore” che qualcuno ama collegare a immagini più romantiche tanto che lo stemma vede rappresentato un cuore su cui un leone preme la sua zampa. Ad ogni modo, nascosto tra le montagne, il comune sorge vicino al corso del Rabbi che a un certo punto dà origine a un gorgo che è conosciuto da tutti come la “grotta urlante” in località Giumella. Per chi non avesse mai visitato questo luogo incantato, a prima vista ci si trova di fronte a uno spettacolo capace davvero di mozzare il fiato: infatti il punto in cui il fiume letteralmente casca nelle insenature di una gola è sormontato da un ponte con una arcata a ‘schiena d’asino’, alto 16 metri e costruito nel XVII secolo, successivamente ribattezzato Ponte Nuovo.

TRA SCENARI DA SOGNO E ITINERARI IMMERSI NEL VERDE

La peculiarità della “grotta urlante” nei pressi di Premilcuore e situata lungo una strada che, in direzione Toscana verso Firenze, è che in quel punto l’acqua cade con tale forza nella grotta scavata nel corso del tempo che nell’impatto con le rocce sottostanti sembra quasi urlare (prima di diventare un rombo assordante) in un modo che non si può descrivere ma andrebbe ascoltato dal vivo, immersi in uno scenario in cui il tempo si è chiaramente fermato, respirando i profumi della natura e sentendo sulla propria pelle la frescura quasi pungente dovuta alla temperatura delle stesse acque del Rabbi. Il risultato di questa caduta sono tre pozze che si generano nella grotta e che ovviamente sono tra i soggetti più gettonati per gli appassionati di fotografia ma pure meta di coloro che amano fare un bagno in estate in queste piscine naturali per rilassarsi in uno scenario dove l’unico sottofondo sonoro è lo scrosciare delle acque; non solo: a breve distanza si trova infatti pure un’altra coppia di cascate, conosciute come quelle “della Sega”. Tuttavia non c’è solo la grotta e le altre cascate nella zona dato che il complesso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi offre ai visitatori diversi percorsi immersi nel verde e itinerari che hanno il borgo di Premilcuore come punto di partenza. E questa straordinaria ricchezza è stata notata pure da molti siti stranieri, tra cui quello del Financial Times: un suo giornalista, infatti, ha dedicato una speciale menzione in suo libro alla “grotta urlante” inserendola nel 2015 nel novero delle più belle cascate, laghi, fiumi e terme d’Italia e parlandone come di un “mondo che appare diverso, selvaggio e sconosciuto (…) dove il fiume viene inghiottito in una spettacolare voragine tra tumulti e rumori assordanti”.

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