Pietro Batacchi, direttore di Rid – Rivista Italiana Difesa, è stato intervistato nella giornata di ieri dal quotidiano La Verità e nell’occasione ha parlato della guerra, ma anche del livello e dello stato delle nostre Forze Armate: «Dobbiamo abbandonare la sindrome di Pierino che noi italiani abbiamo l’abitudine di darci – premette – dagli anni Novanta l’Italia è tra i principali fornitori di sicurezza al mondo, lo dicono i fatti. C’è richiesta di intervento italiano: questo significa che il nostro strumento militare, uomini e mezzi, è adeguato e moderno. L’alto numero di teatri operativi nei quali siamo impegnati, dal Baltico all’Est europeo, fino al supporto per le operazioni anti Isis e a quelle navali delle ultime settimane, ne sono la dimostrazione. Bisogna capire che la guerra non è più un’ipotesi remota, ma una drammatica realtà del mondo contemporaneo».
Batacchi precisa che la nostra nazione è «Subito dopo la Francia ma facciamo nettamente meglio della Germania che ha noti problemi di prontezza, infatti i tedeschi non vengono chiamati a svolgere le operazioni per le quali noi siamo invece apprezzati. Non dobbiamo quindi crederci peggiori di quello che siamo effettivamente».
BATACCHI: “ECCO COSA BISOGNA RAFFORZARE
In merito invece alle necessità, Batacchi precisa: «Certamente nel medio periodo sarà necessario rafforzare le nostre capacità antisommergibile, seppure siano in ordine due nuove fregate Fremm (accordo tra Francia e Italia), ma c’è urgenza di un velivolo pattugliatore marittimo antisommergibile che sia anche in grado di lanciare siluri, capacità che per esempio l’ottimo ATR-72 non ha, seppure sia equipaggiato con una suite elettronica di altissimo livello. Riguardo l’Esercito, la componente corazzata negli ultimi trent’anni è stata bistrattata in tutta Europa; ora stiamo modernizzando i carri Ariete e acquisiremo i Leopard 2A-8, che dovranno però essere modificati con l’installazione di una torretta dotata di un sistema di puntamento e comunicazione di produzione nazionale (Leonardo, ndr) e per questo giocoforza serve tempo». Le risorse finanziarie, invece, per Batacchi sono un po’ limitate per il 2024, di conseguenza «significa doversi ingegnare per fare operazioni di mantenimento, anche se il comparto della Difesa ha dimostrato di saper fare grandi economie. Ma questo riguarda tutta l’Europa».
PIETRO BATACCHI: “LO SPAZIO CIBERNETICO E’ UN AMBIENTE STRATEGICO”
Sulla guerra cibernetica Batacchi precisa: «Lo spazio cibernetico è considerato un ambiente strategico che porta a prevalere, come hanno dimostrato le operazioni in Ucraina all’inizio del conflitto. Le informazioni sono state proprio la variabile sulla quale si è giocata la prima fase della guerra. Nessuno nega l’eroismo delle forze di Zelensky nell’affrontare l’esercito russo, ma i risultati di contrasto all’avanzata di Mosca hanno potuto contare su informazioni precise, puntuali e soprattutto integre provenienti dai sistemi informatici, dai satelliti e da tutti gli strumenti di osservazione degli Stati Uniti e della Nato».
«Probabilmente – ha continuato Batacchi – senza quelle informazioni oggi a Kiev al posto di Zelensky ci sarebbe Victor Yanukovic. Un altro esempio è quanto sta accadendo nel conflitto tra Israele e Hamas, una guerra asimmetrica nella quale l’elaborazione delle informazioni consente di neutralizzare un nemico altrimenti quasi invisibile. In ogni scenario senza le informazioni non sarebbe possibile colpire prima e meglio», e lo stesso, conclude Batacchi, vale anche per lo Yemen, dove da giorni le forze USA e Uk stanno bombardando quelle dei ribelli Houthi.