«Viviamo in una società, quella occidentale, improntata sui media, in cui tutto ciò che viene scritto è redatto da un gruppo di persone, anche se è una sola persona ad apparire pubblicamente; uno scrittore è ancora uno dei pochi che è una sola voce, forse l’unico caso, a esprimersi, a parlare». Alla fine, a conti fatti, era lui il vero John Hammond. Prima ancora dell’attore e regista Richard Attenborough, che sul grande schermo prestò le proprie fattezze al proprietario del più celebre parco zoologico che la storia del cinema ricordi, e di Steven Spielberg, autentico Re Mida di Hollywood che ci fece una colossale fortuna (più di 900 milioni di dollari incassati in tutto il mondo), mettendolo in fotogrammi che segnarono una svolta nelle possibilità “rappresentative” dello spettacolo inventato dai fratelli Lumière, l’autentico ideatore del Jurassic Park, la persona dalla cui fantasiosa immaginazione scaturì il tentativo “scientificamente” plausibile di risuscitare i dinosauri combinando il DNA di moderni anfibi con quello contenuto in minuscole zanzare preistoriche rispondeva al nome di Michael Crichton, lo scrittore, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico spentosi improvvisamente a Los Angeles martedì 4 novembre all’età di 66 anni dopo una lunga e silenziosa battaglia contro un cancro.

Un uomo che aveva evitato solo per poco, in un altro famigerato martedì, l’11 settembre 2001, di essere tra i passeggeri di uno degli aerei dirottati dai terroristi contro le Torri Gemelle e il Pentagono. Primo di quattro figli, John Michael Crichton nasce a Chicago il 23 ottobre 1942 e cresce tra il Colorado e Long Island, coltivando fin dal tempo degli studi in medicina (si laurea ad Harvard nel 1969) la passione per la scrittura – attività con la quale si paga parte della retta – e arrivando anche a firmare i primi racconti a sfondo scientifico con gli pseudonimi John Lange e Jeffrey Hudson, che vogliono riferirsi alla sua statura fisica (Crichton supera infatti i due metri di altezza!). Il 1969 è anche l’anno del suo primo best-seller, The Andromeda Strain, la corsa contro il tempo di un gruppo di scienziati che cerca di impedire il diffondersi sulla Terra di un virus mutante di natura aliena. Un romanzo che, pubblicato usando finalmente il suo vero nome, due anni dopo diventa un film hollywoodiano di grande successo (nel quale egli stesso compare in un cameo) prodotto dalla Universal per la regia di Robert Wise. Come se non bastasse, a quest’opera è legato anche l’inizio di una lunga amicizia. Arrivato un giorno per visitare il set del film, lo scrittore viene infatti accompagnato in giro da un giovanissimo regista da poco assunto dallo studio e alla sua prima giornata di lavoro: il suo nome è Steven Spielberg.

Lo stesso Crichton si cimenta di lì a poco nel ruolo di sceneggiatore e di regista, scrivendo lo script e dirigendo l’indimenticabile androide pistolero Yul Brynner ne Il mondo dei robot (Westworld, 1973), la storia di una visita ad un parco tematico dove si possono attraversare e rivivere, ricreate artificialmente nei minimi particolari, abitanti compresi, le atmosfere sia dell’antica Roma così come del vecchio West.

Un “giocattolone” che, manco a dirlo, finisce ben presto fuori controllo. Del 1975 è invece The Great Train Robbery che diventa poi un film per la sua stessa regia con il titolo 1855: la prima grande rapina al treno (The First Great Train Robbery, 1979). Tra gli anni Settanta e Ottanta continua a pubblicare romanzi che prendono, presto o tardi, la strada del grande schermo: pensiamo a Eaters of the Dead (1976) che diventa, più di vent’anni dopo, Il tredicesimo guerriero (The 13th Warrior, 1999) con Antonio Banderas nel ruolo del titolo diretto da John McTiernan, a Congo (1980) che quindici anni dopo viene trasposto in pellicola da Frank Marshall e a Sfera (1987) che arriva nelle sale nel 1998 con la regia di Barry Levinson e la partecipazione di Dustin Hoffman e Sharon Stone.

Gli anni Novanta partono alla grande con la pubblicazione del suo libro più popolare, Jurassic Park (1990), che tre anni dopo diventa un film dall’immenso successo planetario ad opera di Steven Spielberg, abbandonando momentaneamente – proprio quando i due sono già in parola – una sceneggiatura dello stesso Crichton che, con la regia dell’amico, vorrebbe raccontare la vita in un pronto soccorso di un grande ospedale di Chicago. Il progetto, poi convertito in un prodotto televisivo seriale, vede comunque la luce nel 1994: è E.R. – Medici in prima linea, ovvero il trampolino di lancio – e non solo – dell’attore George Clooney. Nel 1995 lo scrittore cerca invece di bissare il successo “giurassico” con il sequel Il mondo perduto (che ancora Spielberg porta sul grande schermo due anni più tardi), trovando anche il tempo di sceneggiare, sempre su consiglio del fidato regista che ne è il produttore, Twister (1996) di Jan De Bont. Anche solo restando a questi titoli maggiori, si può quindi facilmente vedere come quella di Michael Crichton sia stata la carriera di un medico mancato dedicatosi alla scrittura letteraria prima e cinematografica poi che ha attraversato in un modo sicuramente originale la storia del cinema americano degli ultimi quarant’anni.

(Leonardo Locatelli)