Federica Sciarelli, conduttrice della trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto”, ha dato comunicazione nel corso della puntata di ieri, mercoledì 20 maggio 2020, della volontà da parte della Lega di presentare un esposto e una querela nei suoi confronti per quanto accaduto la scorsa settimana durante il programma. Le ragioni di questa decisione del partito del Carroccio sono essenzialmente due: la prima riguarda una battuta fatta dalla presentatrice, che, parlando del tso fatto a un giovane di Ravanusa che incitava gli italiani a uscire di casa durante il lockdown e dichiarando che il trattamento sanitario obbligatorio non può essere eseguito per reati di opinione, aveva dichiarato che si sarebbe dovuto sottoporre al trattamento anche l’esponente leghista che sui social network ha scritto “Impiccatela!”, in riferimento alla volontaria Silvia Romano, recentemente rientrata in Italia dopo un anno e mezzo di sequestro in Africa. La giornalista ne ha preso atto, scusandosi per l’errore e precisando l’origine del suo sbaglio: l’esponente in questione aveva militato nella giunta leghista di Asolo molti anni fa.
LA LEGA QUERELA FEDERICA SCIARELLI: ECCO IL SECONDO MOTIVO
La seconda motivazione alla base della querela contro Federica Sciarelli da parte della Lega è da ricercarsi nella mail letta dalla donna nel corso della puntata della scorsa settimana di “Chi l’ha visto?”, nella quale si parlava di “genocidio sanitario” da parte della Regione Lombardia. Nella missiva, firmata da Vittoria Gervaso, si legge: “Soltanto pochi privilegiati hanno diritto ai tamponi, come i calciatori che li fanno ogni quattro giorni, e altri pochi eletti, selezionati da chi ne ha il potere. Per gli altri è un reato. Ci impediscono di poter vigilare sulla nostra sopravvivenza e perfino di controllarci con i nostri mezzi”. Il deputato leghista e segretario della bicamerale Massimiliano Capitanio ha chiesto se la Rai intenda attivarsi, mediante indagine interna, al fine di verificare la veridicità della mail trasmessa e letta in diretta. La Sciarelli non ha esitato a replicare, fornendo la prova dell’esistenza reale di questa donna, che peraltro è la moglie dell’intellettuale Roberto Gervaso, intervenuto telefonicamente per confermare l’attribuzione della lettera digitale alla sua consorte.