Il recente scandalo sul calcio scommesse che vede tra gli indagati diversi calciatori ed ex calciatori professionisti, sta facendo discutere tantissimi tifosi ed addetti ai lavori, soprattutto per l’esito che questa vicenda potrebbe avere sui risultati sportivi che hanno da poco chiuso la stagione 2010/2011. Sebbene la vicenda sia ancora all’inizio, occorre capire fin da subito quali potrebbero essere i possibili scenari soprattutto in merito ai provvedimenti che saranno emanati dagli organi della giustizia sportiva. L’illecito contestato agli indagati, infatti, ha rilevanza sia sul piano dell’ordinamento statale che su quello sportivo.

Rispetto al primo, infatti, oltre ai generici reati di associazione a delinquere ed estorsione, la legge 13 dicembre 1989 n. 401 (“Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestine e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive) prevede lo specifico delitto di “frode sportiva” per chiunque compie atti volti ad alterare il corretto e leale svolgimento della competizione sportiva. La legge, tuttavia, specifica all’art. 2 che, comunque, la sentenza che definirà il giudizio non influirà sull’omologazione delle gare né su altro provvedimento di competenza degli organi sportivi. Concentriamo, quindi, la nostra attenzione sugli aspetti relativi alle possibili sanzioni che potranno essere irrogate dagli organi di giustizia sportiva ai propri tesserati (quindi solo ai calciatori che sono ancora in attività o ai soggetti che ricoprono ruoli federali).

Prima di addentrarci nella specifica normativa, occorre fare una doverosa premessa. L’ordinamento di giustizia sportiva, nei casi che andremo ad analizzare, pone due distinti ambiti di responsabilità: da un lato quella personale del singolo soggetto che ha posto in essere l’illecito sportivo e, dall’altro, quello della società sportiva che sarà chiamata a rispondere o per “responsabilità diretta” o per “responsabilità oggettiva”. La prima attiene al fatto di illecito commesso da organi di rappresentanza del club sportivo (presidente, AD, Consigliere, ecc.), la seconda, invece, si applica ai casi disciplinari che vedono coinvolti calciatori, tecnici o dirigenti per i quali al società risponde oggettivamente (ovvero “senza colpa”). Detto ciò, andiamo ad analizzare nello specifico le norme che si presumono essere state violate da parte dei calciatori coinvolti nello scandalo delle scommesse.

 

L’art. 6 del Codice di Giustizia sportiva prevede espressamente il divieto per i soggetti dell’ordinamento federale (atleti, tecnici, dirigenti, ecc.) di effettuare, accettare o agevolare scommesse – direttamente o per interposta persona – che abbiano ad oggetto i risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIFA, UEFA o FIGC. La violazione del predetto divieto comporta sanzioni pesanti nei confronti dei colpevoli, ovvero la inibizione o la squalifica non inferiore a 18 mesi. Per quanto attiene alle società calcistiche, l’articolo prevede la sola ipotesi di responsabilità diretta il fatto è punito, ai sensi dell’art. 18 C.d.S. ed a seconda della gravità del fatto, con:

Penalizzazione di uno o più punti in classifica da scontare anche nella stagione successiva;

Retrocessione all’ultimo posto in classifica e conseguente passaggio a categoria inferiore;

Esclusione dal campionato di competenza;

Non assegnazione o revoca del titolo vinto.

 

 

Previsto al successivo art. 7, che punisce il compimento di qualsiasi atto diretto ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione. Per questa fattispecie, per i calciatori coinvolti si prevede una sanzione minima di tre anni. Per quanto attiene, invece, alla responsabilità delle società sportive, la stessa può essere o diretta, oppure anche oggettiva che, però, deve essere sempre accertata da parte dei Giudice. Le sanzioni irrogabili per entrambi i casi sono le stesse che abbiamo appena elencato per il caso di divieto di scommesse con, in aggiunta, il divieto di partecipazione a determinate competizioni o manifestazioni (es. Coppa Italia).

 

L’indagine è ancora all’inizio e, quindi, è ancora prematuro anticipare giudizi o ipotesi di sentenze, ma una cosa è certa: le ripercussioni di questa triste vicenda potrebbero non limitarsi a colpire solo i singoli calciatori coinvolti, ma potrebbero anche ripercuotersi sulle singole società modificando i verdetti già sanciti sul campo. Del resto, come avevo già preannunciato in un mio precedente articolo, l’estate calcistica ci ha sempre riserbato importanti colpi di scena….e siamo solo all’inizio!