Con la cattura di Matteo Messina Denaro, da molti ritenuto l’ultimo grande boss di Cosa Nostra, sono diversi coloro che si domandano cosa ne sarà ora della mafia siciliana. Un intricato futuro su cui ha cercato di fare luce oggi il quotidiano La Stampa, ricordando come “L’organizzazione crimina#le più antica d’Italia ha dimostrato di sapersi adattare ai tempi” e probabilmente accadrà lo stesso anche dopo la cattura del super latitante. Secondo il quotidiano torinese, Messina Denaro consegna al futuro una “mafia più disinibita”, così come dimostrato dal fatto che il padrino non avesse un legame affettivo stabile, a differenza di quanto fatto dai suoi antenati. In ogni caso, guai a pensare che Cosa Nostra sia finita, e lo ha sottolineato anche Maurizio De Lucia, procuratore di Palermo, in un’intervista a Repubblica: “Cosa Nostra tende a ricostruire i suoi vertici. Adesso dovrà sostituire Matteo Messina Denaro come punto di riferimento per i grandi affari. C’è già chi è pronto a prendere il suo posto”.
Cosa Nostra ripartirà quindi dagli affari del boss, a cominciare dagli investimenti nelle energie rinnovabili. “Quindi dopo di lui – aggiunge il quotidiano torinese – verrà una mafia imprenditrice, svincolata dall’edilizia e dal movimento terra”. Qualche elemento di fedeltà comunque rimarrà, a cominciare dal forte legame con la terra d’origine, così come traspare da uno lettera inviata da Messina Denaro all’ex sindaco di Castelvetrano, Antonino Vaccarino: “Non andrò mai via di mia volontà. Lo devo a papà e ai miei principi. Starò sempre nella mia terra fino a quando il destino lo vorrà e sarò sempre disponibile per i miei amici”.
MAFIA DOPO MESSINA DENARO: “NO ALLO SCONTRO E ALLA VIOLENZA”
Una mafia quindi disinibita, imprenditrice, territoriale e che non si “esalta per lo scontro” utilizzando la violenza solo in casi limiti, e che diffida della politica. “Noi sappiamo – scriveva Messina Denaro a Provenzano, lettera trovata nel 2004 – come sono i politici che non fanno niente per niente e noi non abbiamo alcuna forza di contrattualità, ecco perché non credo che ci sia qualche politico che si vada a sporcare la bocca per noi”.
Una mafia che diventerà più orizzontale, così come è già per la ‘ndrangheta, e i cui vertici avranno solo il compito di coordinare. Messina Denaro, anche in questo caso, si dimostrò lungimirante, stringendo qualche anno fa un patto con i capi della ’ndrangheta in Piemonte per “lavorare insieme e diventare un’unica famiglia”.