Nel corso della puntata di “Storie Italiane” andata in onda nella mattinata di venerdì 26 marzo 2021, si è tornati a parlare del caso di Marta Novello, la 26enne accoltellata mentre faceva jogging a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, da un ragazzino di soli quindici anni, attualmente detenuto presso il carcere minorile del capoluogo con l’accusa di tentato omicidio. Dalle indagini è emerso che il giovane era uscito di casa portando con sé un coltello da cucina, lo stesso con cui ha ferito ripetutamente la povera Marta (20 colpi inferti sul corpo della malcapitata).



Marta che, nel frattempo, si è fortunatamente risvegliata ed è ora fuori pericolo. Ai suoi genitori, dal suo letto di ospedale, ha raccontato che il 15enne voleva rubarle il portafoglio e si è scagliato contro di lei con inaudita ferocia e aggressività. Il giovane non aveva precedenti penali, come invece era emerso nelle ultime ore, anche in virtù delle dichiarazioni del sindaco, che lo aveva etichettato come “bullo”, poiché violava spesso le restrizioni del lockdown, uscendo di casa anche in zona rossa. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



MARTA NOVELLO ACCOLTELLATA, PARLA LA MAMMA DELL’AGGRESSORE

Marta Novello, la ragazza accoltellata a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, è fuori dal coma. Si è risvegliata e ha chiesto subito dei genitori. La 26enne, sottoposta a due interventi dopo l’aggressione con oltre venti coltellate mentre faceva jogging, è fuori pericolo. Il ragazzino di appena 15 anni che l’ha accoltellata, invece, si trova nel carcere minorile di Treviso con l’accusa di tentato omicidio. L’ipotesi è che si tratti di una rapina finita male, ma ci sono ancora molti aspetti di questa vicenda da chiarire. «Sapere che se la caverà mi rende davvero tanto felice. In queste ore ho pensato continuamente a Marta e al dolore dei suoi genitori. Mi dispiace: quello che ha fatto mio figlio è grave». Così parla al Corriere della Sera la mamma del giovane aggressore dopo aver appreso che la studentessa universitaria si è svegliata. È disperata e sola. Il padre del 15enne, immigrato di origini africane, è scappato via prima che venisse al mondo, quindi ha dovuto crescere il figlio con l’aiuto del fratello e dei genitori. «Ne stanno parlando tutti. Parla Salvini, la Meloni, parlano il sindaco e i vicini… Dicono cose cattive, gli danno del drogato e del bullo. Ma la verità è che nessuno di loro conosce mio figlio».



MARTA NOVELLO, PARLA LA MAMMA DEL 15ENNE

La mamma del 15enne lavora come cuoca. Lunedì pomeriggio, tornata a casa, ha visto che il figlio non c’era, notando che aveva lasciato il cellulare a casa. Non c’era neppure la bici in cortile, quindi ha chiamato gli amici per chiedere se fosse con loro, ma neppure loro lo avevano visto. «È lì che ho cominciato a preoccuparmi e ho deciso di uscire a cercarlo: appena aperta la porta, mi sono ritrovata i carabinieri davanti», dice al Corriere della Sera. Lei ha pensato ad un incidente, invece i militari le hanno parlato dell’aggressione e lei stentava a crederci. «Ancora non mi ero accorta che mancava un coltello dalla cucina». Non riusciva a realizzare quello che le stavano dicendo. «Lo so che sembrano solo le parole di una mamma angosciata ma mio figlio non era mai stato violento, e anche adesso non ce la faccio ad associare l’immagine che ho di lui a ciò di cui è accusato». Non si spiega neppure il motivo per il quale avesse bisogno di soldi. «Non fa uso di droga e non abbiamo problemi economici», assicura la mamma. Pare anche che il 15enne non conoscesse Marta Novello, anche se abitano nello stesso quartiere. Il ragazzo frequenta il secondo anno dell’alberghiero. Ed è a proposito della scuola che la mamma segnala: «All’inizio aveva buoni voti, poi è cominciata la didattica a distanza e lì è cambiato. Negli ultimi tempi aveva grosse difficoltà a seguire le lezioni: non sopportava l’idea di dover restare chiuso in casa, quasi si sentisse in gabbia». Al Corriere della Sera spiega che la situazione è peggiorata quando la squadra di calcio in cui gioca ha sospeso gli allenamenti. «È come se, in mezzo a tutte queste restrizioni, non riuscisse a trovare un equilibrio». La sua ipotesi è che sia stato questo a scatenare la sua aggressività. «È l’unica ipotesi che riesco a fare: che lunedì pomeriggio il suo cervello abbia avuto una sorta di blackout. Non è una giustificazione, lo so. Ma cerchi di capirmi: sto cercando un senso a tutto questo dolore».