Doppio appuntamento con la cantante israeliana Noa che presenterà dal vivo il suo nuovo progetto “Letters to Bach” – prodotto da Quincy Jones e realizzato insieme al chitarrista Gil Dor – in occasione de La Musica dei Cieliil festival realizzato da BeatMi con il contributo del MIBAC, della Regione Lombardia e del Comune di Milano.



 Martedì 17 dicembre, alle ore 21, presso la Chiesa del Carmine a Milano (ingresso 22 euro + prevendita – Piazza del Carmine, 2 – ) e mercoledì 18 dicembre, alle ore 21, presso il Teatro Sociale di Como (ingresso a partire da 20 euro  – via Vincenzo Bellini, 3).

 «Caro Johann Sabastian Bach, sono passati 300 anni da quando hai scritto la tua musica stupenda, o, potrei forse dire, da quando hai causato questa esplosione di bellezza abbagliante, di mistero, grazia e umanità. – scrive la cantante israeliana – Sono 300 anni che la tua musica continua a emozionarci, a nobilitarci, a cullarci tra le sue braccia. Ci spezza i cuori e ce li ricompone, ci prosciuga e ci vivifica, spingendoci a credere in Dio, o nel Dio della Musica, comunque in qualcosa di più grande di noi, unendoci in un solo, splendente canto umano. Ah, Johann… che meraviglia che sei!»



 Dal 1996, La Musica dei Cieli promuove la conoscenza e il dialogo tra le culture attraverso le musiche della spiritualità, presentando una serie coordinata di concerti – quasi tutti gratuiti – nei luoghi di culto, teatri e sale da concerto di Milano e della Lombardia.

 Antonella Ruggiero, Noa, Raiz & Radicanto, Ambrogio Sparagna & Peppe Servillo, Ballaké Sissoko sono solo alcuni dei nomi che parteciperanno proponendo la propria musica e lasciando lo spazio alla riflessione e al confronto sui nessi antropologici, come il sacro e la religiosità, che i nostri tempi tendono a semplificare e a omologare ai processi di comunicazione.



 Non solo un festival ma una riaffermazione dell’importanza della curiosità verso ciò che è diverso e verso ciò che non si comprende passando dall’incommensurabile profondità del sacro. La Musica dei Cieli sfida le frontiere e l’appiattimento sulla dimensione del materiale dettate dalla crescente spinta verso l’individualismo della società contemporanea proponendo la via delle emozioni e della musica che spesso è in grado di superare con empatia le distanze più incolmabili.