La Nato si sta rafforzando con l’ingresso di nuovi paesi alleati come ad esempio la Svezia e la Finlandia, che forniranno un contributo prezioso alle strategie, soprattutto sul fronte Est, permangono però alcuni problemi, che in futuro rischiano di diventare sempre più seri, dal lato del Bosforo. Come analizzato in un articolo del politologo Vittorio Emanuele Parsi sul quotidiano Il Foglio, il pericolo viene soprattutto dalla Turchia, paese che potrebbe dare problemi di instabilità ed inaffidabilità, specialmente perchè ha scelto di mantenere saldi i legami di triangolazione con la Russia e l’Iran.



Oltre a questo bisognerà valutare attentamente gli equilibri politici interni e le opinioni pubbliche “sensibili” anche per quanto riguarda la decisione dell’ingresso dell’Ucraina, necessario ma che comunque non può essere imminente dato il conflitto ancora in corso. Come sostiene il professore di relazioni internazionali però, Kiev garantirà un pieno supporto al rafforzamento militare dell’Alleanza Atlantica, anche perchè la combattività è stata già messa a dura prova dalle operazioni di guerra.



Parsi “Bene rafforzamento Nato a Est, ma l’atteggiamento della Turchia è inaffidabile”

La Nato ridisegna i confini con l’ingresso di nuovi paesi e candidati prossimi che entreranno nell’alleanza per rafforzare i punti deboli. Resta il nodo Bosforo, che secondo il politologo Vittorio Emanuele Parsi, potrebbe diventare un vero guaio, a causa della posizione “ambigua ed inaffidabile” della Turchia. Erdogan infatti non nasconde l’essere filorusso, ostentando legami storici di amicizia con Putin,  così come non vuole perdere l’alleanza strategica con Teheran in Medio Oriente. Da Mosca quindi tutto ciò potrebbe essere strumentalizato ed usato come “arma” per destabilizzare gli equilibri europei e quelli dell’Alleanza Atlantica.



D’altronde, come spiega Parsi “la Turchia mantiene un atteggiamento aggressivo soprattutto nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale, non particolarmente attento a conciliare il proprio interesse nazional-energetico e quello di altri paesi“, tra cui Grecia, Francia e Italia. La responsabilità di rafforzare il fronte orientale quindi dovrà essere di tutti per mantenere una difesa comune, come sottolineato anche al vertice Nato di Vilnius da Giorgia Meloni.