Nella manovra 2025 il governo ha deciso di introdurre quella che è stata già ribattezzata la “norma anti-bamboccioni”. In poche parole, non verranno più erogati bonus per i figli over 30, modificando quindi la precedente regola. Come sottolinea il Corriere della Sera citando Il Sole 24 Ore, il precedente regolamento prevedeva un bonus fiscale per i figli a carico dai 21 anni in su, ma a partire dal prossimo anno, il bonus verrà erogato fino al limite massimo di 30 anni e ciò permetterà allo stato di risparmiare ben 320 milioni di euro, non proprio bruscolini in tempi di crisi.
Il quotidiano di via Solferino sottolinea come il periodo di certo non aiuta, ma sono senza dubbio molti i figli che si “accomodano”, decidendo di restare a vivere con mamma e papà il più a lungo possibile sia per una questione economica, quanto e soprattutto di comodità.
MANOVRA, LA LEGGE ANTI BAMBOCCIONI: I GIOVANI CHE VIVONO ANCORA CON I GENITORI
Vivere con i propri genitori, al di là dell’enorme risparmio monetario, permette ad esempio di trovare il cibo già pronto, di non dover far fronte ai mestieri di casa, di non dover fare la spesa, pagare le bollette e via discorrendo. Lasciare la casa di famiglia è quindi una scelta economicamente dispendiosa ma anche faticosa.
Con l’introduzione della norma anti bamboccioni della nuova legge di bilancio torna così fortemente d’attualità il famoso “bamboccioni” appunto proferito ben 17 anni fa Padoa-Schioppa, noto economista che definì una generazione, quella dei giovani dell’epoca, un po’ troppo accomodanti e tutt’altro che propensi a lasciare la casa di mamma e papà. All’epoca, era il 2007, l’allora ministro dell’economia del secondo governo Prodi, presentando la manovra di bilancio di quell’anno, spiegò la misura da 1.000 euro per i giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni, sottolineando che si trattava di un’agevolazione per mandare appunto “i bamboccioni fuori casa”.
MANOVRA, LA LEGGE ANTI BAMBOCCIONI: DA PADOA SCHIOPPA A ELSA FORNERO
Fu una frase che scatenò un’accesa polemica sia a livello politico, quanto sociale, e più volte da quel giorno venne ripresa in vari discorsi soprattutto nel descrivere le difficoltà dei giovani dell’epoca, fra chi trovava enormi difficoltà a lavorare, chi preferiva lasciare l’Italia per andare a vivere all’estero e i famosi neet, quelli che non studiano, non lavorano e non sono intenzionati a fare ne una cosa ne l’altra.
Il Corriere della Sera ricorda che nel 2013 toccò ad Elsa Fornero rispolverare il termine bamboccioni ma stavolta in maniera forse più elegante, visto che l’ex ministra definì i giovani che vivevano ancora in casa di mamma e papà come “choosy”. A 17 anni dal bamboccioni di Padoa-Schiappa, il 63,3% per cento dei giovani vive ancora in casa dei genitori, così come segnala l’Istat prendendo in considerazione la fascia di età 18-34 anni. Si tratta di un totale di 6,5 milioni di ragazzi, di cui 2,5 già occupati, 1,3 in cerca di lavoro, e 2,5 ancora alle prese con lo studio.