La miniera di Turów è al centro del dibattito tra Polonia e Ue. Il sito è visto da Bruxelles come prova del rifiuto di Varsavia di abbandonare il carbone inquinante. Per il governo polacco di destra è invece motivo di orgoglio politico.

Lungi dal prepararsi a chiudere la miniera, a giugno il partito Legge e Giustizia (PiS) al governo ha tenuto il suo convegno nella regione mineraria della Bassa Slesia, vicino al fumo che fuoriesce dalla centrale elettrica alimentata dalla lignite di Turów, considerata una delle più sporche combustibili fossili, riporta il Financial Times. La miniera è diventata un simbolo della sfida del PiS contro l’interventismo europeo: “Quello che sta accadendo intorno alla miniera non è altro che un attacco alla nostra sovranità”, ha detto il fondatore del PiS Jarosław Kaczyński.



La Polonia sfida l’Ue sulla miniera di Turòw

Nel sud-ovest tra Germania e Repubblica Ceca, Turów è una miniera a cielo aperto la cui lignite alimenta un impianto adiacente che genera circa il 7% dell’elettricità della Polonia. La concessione di Turów sarebbe dovuta scadere nel 2020, ma Varsavia ha introdotto una legge per prolungarne la durata, spingendo la Repubblica Ceca a citare in giudizio la Corte di giustizia europea. La miniera è così importante per Varsavia che ha effettivamente pagato l’Unione europea per tenerla aperta. La Polonia ha sfidato l’ordine provvisorio del tribunale del 2021 che le imponeva di interrompere l’attività mineraria e si è rifiutata di pagare la conseguente multa giornaliera di 500.000 euro. In risposta, la Commissione europea ha iniziato a detrarre la multa dai fondi dell’UE destinati alla Polonia, trattenendo 68 milioni di euro in totale, mentre la Polonia ha pagato 45 milioni di euro alla Repubblica Ceca per coprire i danni ambientali e per convincere Praga a ritirare la causa. Bruxelles ha anche escluso la regione intorno a Turów dai sussidi per i luoghi che passano dalla produzione di combustibili fossili. I vertici del PiS hanno organizzato l’evento in Bassa Slesia in segno di sfida e in vista delle prossime elezioni, considerando il peso dell’area. La battaglia non finirà qui.



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