La povertà è purtroppo un fattore ereditario. E’ questo quanto scrive oggi il quotidiano L’Avvenire, sottolineando come chi è povero trasmette la sua situazione economica al figlio, e così via, creando un loop da cui è sempre più difficile uscirne. A fare luce sul problema è il rapporto “Pavimenti appiccicosi. La povertà intergenerazione in Lombardia”, promosso e curato dalla delegazione lombarda della Caritas. Sono stati analizzati i casi di 1.700 cittadini italiani e non homeless, assistiti dai centri Caritas delle 10 diocesi lombarde, e la conclusione è quella sopracitata: se si nasce poveri è difficilissimo venirne fuori. L’eredità pesa su quasi 6 persone su 10, precisamente sul 59.3 per cento del campione studiato. I poveri “di prima generazione” sono invece il 40,7 per cento. Solitamente si tratta di persone che hanno una scarsa istruzione, un lavoro poco qualificato e una maggiore indigenza. Per quanto riguarda l’istruzione, fra le madri prevale la licenza elementare mentre fra i padri quella media inferiore.
C’è poi anche un 4,6 per cento fra le madri e un 1,2 per cento fra i padri, che risulta totalmente analfabeta. Evidente quindi la relazione fra povertà e bassa scolarità. Per quanto riguarda il lavoro, invece, il gruppo di intervistati dalla Caritas risulta essere per lo più impiegato in occupazioni non qualificate, con i figli che sono rimasti al 19.4 per cento sullo stesso livello, mentre addirittura un terzo ha una posizione lavorativa peggiore di quella del genitore. Inoltre ben due terzi degli intervistati sostiene di essersi impoverito rispetto alla famiglia di origine, e solo il 15.8 per cento pensa di essere migliorato rispetto a mamma e papà.
POVERTA’ E’ EREDITARIA, DON TRUSSARDI: “E’ ALLARMANTE”
Tutto questo «è allarmante e pone profondi interrogativi sulla capacità redistributiva e inclusiva. Ci siamo accorti che, anche nella regione più ricca d’Italia, il problema della povertà come fatica che si tramanda, se non addirittura come destino, è un tema rilevante», le parole a L’Avvenire di don Roberto Trussardi, direttore di Caritas Bergamo e delegato regionale. E ancora: «spetta alle Caritas lombarde il compito di avviare progetti che diano risposte concrete al fenomeno».
Gli fa eco Davide Maggi, economista di Fondazione Cariplo: «Necessario affrontare questo fenomeno di estrema complessità non in ottica riformativa, ma trasformativa. Per spezzare la catena della povertà intergenerazionale, i soli aiuti materiali non paiono risolutivi, se non affiancati da accompagnamenti a lungo termine basati su relazioni di fiducia e dall’inserimento attivo delle persone in povertà nelle rispettive comunità».