La principessa Sissi, la storia di una donna che non voleva essere ricordata come imperatrice

Alcune vicende storiche – anche piuttosto lontane nel tempo – al netto di personaggi iconici e impressi nella memoria, sono spesso spunto e oggetto di trame cinematografiche e non solo. Aspetti romanzeschi e dinamiche struggenti, condite da riferimenti realmente accaduti e documentati sui libri di storia; a tali sfumature corrisponde anche la storia dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, anche nota come principessa Sissi. Il suo nome è impresso nella memoria comune grazie alle molteplici pellicole, serie Tv e perfino serie animate dedicate alla sua persona.



Oltre ai titoli tra piccolo e grande schermo che hanno reso celebre il nome della principessa Sissi, non molti sono a conoscenza delle reali vicende che hanno caratterizzato la malinconica esistenza dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, fino al suo assassinio a Ginevra il 10 settembre del 1898. La sua storia coincide fin dalla giovinezza con la voglia di sfuggire al suo ruolo di potere presso la corte di Vienna; il suo sogno era quello di imporsi con la sua personalità e non per i dogmi imposticome donna e madre libera.



La vera storia della principessa Sissi: dall’ossessione per la bellezza al tragico assassinio

A dispetto delle sue ambizioni, la principessa Sissi non riuscì a pieno a godere delle sue volontà; anche la vita matrimoniale fu un ostacolo al suo desiderio di libertà e autonomia. Il suo primo marito, l’imperatore Francesco Giuseppe, non ebbe mai a cuore l’interesse della consorte per via della costante lontananza dal regno. Dovette presto rassegnarsi al ruolo di imperatrice con “l’obbligo” di dare al marito un figlio per dare seguito alla discendenza. Di pari passo con la rassegnazione, la principessa Sissi iniziò però a maturare anche una discreta consapevolezza principalmente estetica; una circostanza che si rivelò essere un’arma a doppio taglio.



La principessa Sissi iniziò a temere per la propria bellezza; disturbi alimentari, ansia e nervosismo quotidiano in preda ai timori rispetto all’inesorabile scorrere del tempo. L’imperatrice Elisabetta d’Austria era diventata sempre più consapevole della sua attrattiva dal punto di vista estetico sulla corte del tempo, al punto da diventare per lei quasi un ossessione. Iniziò dunque a condurre una vita rigorosa tra cibo, passeggiate e vita di corte; perdendo così ogni contatto con la reale felicità alla quale ambiva. La goccia che fece traboccare il vaso fu il suicidio di suo figlio Rodolfo, in circostanze mai chiarite del tutto. La principessa Sissi perse così ogni interesse per la vita terrena, al netto delle sue ossessioni riferite alla bellezza. L’assassinio del 10 settembre del 1898 – ad opera di Luigi Lucheni – fu per lei quasi una liberazione; una vita di costrizioni, di tristezza, per colei che voleva semplicemente essere Sissi, e non l’imperatrice Elisabetta d’Austria.