Il futuro, probabilmente prossimo, avrà una nuova “religione universale”: ne è convinto Eugenio Scalfari, giornalista e fondatore di Repubblica, che “legge” nel Papato di Francesco come punto di partenza per un dialogo interreligioso che non porti – come intende la Chiesa – ad una comune convivenza di pace e confronto nella Casa Comune, bensì ad un “mix” di buoni sentimenti e valori che annullino le singole identità religiose.
Scalfari la pone ovviamente in maniera diversa e crede fermamente – da ateo affascinato dalla figura di Papa Francesco – che la “nuova religione universale” possa instaurarsi nei prossimi decenni: dopo l’ultimo colloquio telefonico avvenuto nei giorni scorsi, il direttore “emerito” di Repubblica oggi sul quotidiano di Largo Fochetti scrive «da qualche tempo è in atto una rivoluzione, le diverse religioni si conoscono, si apprezzano, si modificano e infine tendono ad unificarsi». Secondo Scalfari le varie fedi mondiali restano come tali ma nutrono una “volontà” di voler unire il mondo religioso: «le religioni tendono a unificarsi non tanto nel modo di essere quanto negli obiettivi, nei comportamenti reciproci».
UNA NUOVA RELIGIONE UNIVERSALE (GRAZIE AL PAPA)
È nata “la” religione universale e unica, secondo l’anziano giornalista: secondo Scalfari dunque «il Pontificato di Francesco segna un punto di non ritorno nel dialogo tra le fedi. E la premessa perché tutte le confessioni convergano in un cammino unitario». Al di là delle singole considerazioni che fa Scalfari – alcune anche piuttosto contestabili nei passaggi troppo semplificati – per l’ex direttore di Rep il dato nei prossimi anni resta chiaro e vede l’impronta del Papa: «le singole religioni verranno sicuramente rispettate ma confluiranno altrettanto sicuramente tra di loro. Ciascuno crede nella propria e contemporaneamente nel tessuto religioso mondiale che ormai si va estendendo con notevole autorevolezza». In questo presunto “tessuto”, Papa Francesco sarebbe il leader-collante principale: «ciascuno ha i suo dei o il suo Dio […] ma tutti convergeranno verso una religione dei comportamenti e degli obiettivi».
Di certo l’enciclica “Fratelli Tutti” dialogo a e guarda a tutti, anche non cristiani, ma da qui all’ipotizzare l’unica fede “allargata” ne passa: «Possa il ricordo del loro sacrificio ispirarci a rinnovare la nostra fiducia nella forza della Croce e del suo messaggio salvifico di perdono, riconciliazione e rinascita. Il cristiano infatti è chiamato a testimoniare l’amore di Cristo ovunque e in ogni tempo. Questo è il Vangelo da proclamare e incarnare anche in questo amato Paese», lo diceva solo qualche giorno fa Papa Francesco nel cortile della Cattedrale siro-cattolica di “Nostra Signora della Salvezza”, nel quartiere Karrada di Baghdad.