GLI SCONTRI A BOLOGNA E LA SINISTRA ANCORA LEGATA A “CERTE COMPAGNIE”: IL MONITO DEL PRESIDENTE LA RUSSA

Siamo abituati a responsabili delle istituzioni che parlano correttamente il “diplomatichese” per rispetto del proprio ruolo: ecco, il Presidente del Senato Ignazio La Russa è difficile rilasci interviste “banali” ed infatti appena passato il weekend degli scontri molto violenti a Bologna, mentre infiamma la polemica politica sul Governo Meloni, è lui a rispondere in prima battuta sul “Corriere della Sera” lanciando un monito alla sinistra italiana. «Devono recidere il cordone ombelicale con le cattive compagnie»: per lo storici militante del Msi, poi An e oggi FdI, quanto avvenuto a Bologna – con l’aggressione di alcuni antagonisti antifascisti contro la polizia che proteggeva il corteo regolare di CasaPound – dimostra un andazzo purtroppo ricorrente in Italia.



Secondo La Russa non basta infatti essere d’accordo sui principi generali come l’antifascismo e la contrarietà alle guerre per potersi “unire” ad una compagnia politica: serve invece scegliersi per bene le “compagnie” altrimenti il rischio è si possa divenire un «ombrello per i violenti». Se da un lato la Costituzione permette manifestazioni come quelle di CasaPound, o dei pro-Pal a Milano, o gli stessi cortei antifascisti, secondo il Presidente del Senato la differenza è su come si comporta e agisce un gruppo politico nazionale: «Nessuno di noi, però, si offre di andare in corteo con gruppi estremisti». Rispondendo così anche alle durissime parole usate dal sindaco di Bologna Lepore, che ha parlato del Governo che con CasaPound manda «300 camicie nere in città», La Russa aggiunge invece di prendere distanza dagli estremisti «Certa sinistra scende in piazza con i facinorosi».



IGNAZIO LA RUSSA: “EVITARE DI INCENDIARE LE POLEMICHE. LANDINI RISCHIA DI PORTARE AD ATTI VIOLENTI”

La Russa segue l’intervento della Premier Giorgia Meloni che nella giornata di domenica, l’indomani degli scontri in piazza a Bologna, condanna la “tolleranza” che certa sinistra spesso concede a gruppi antagonisti e centri sociali in nome della battaglia unica dell’antifascismo contro il Governo di Centrodestra. La Russa reputa legittimo il corteo di CasaPound come quello degli antifà, così come la presenza della vicesindaca di Bologna, nonché attivista di sinistra, Emily Marion Clancy: il punto è però ognuno deve poi assumersi le responsabilità politiche di quanto avviene nelle manifestazioni.



Lo stesso discorso vale per il comizio a cui hanno partecipato sabato sia Schlein che Fratoianni dal quale poi si sono staccati un gruppo di facinorosi antagonisti che hanno aggredito i 7 agenti di polizia: Meloni e La Russa puntano il dito sull’opportunità di legarsi a certe “compagnie” con effetti poi dannosi a lungo termine, anche se non voluti per forza dagli stessi protagonisti. Il Presidente del Senato se la prende con le forze politiche sono troppo accomodanti e tolleranti con le forme di antisemitismo «che vengono mascherate da iniziative in difesa della Palestina»; occorre avere chiarezza e prendere distanze dalle derive estremiste, con il Governo che questo ragionamento lo ha fatto da tempo mentre la sinistra, accusa La Russa, «a volte è troppo tiepida».

Il medesimo discorso vale sulle parole “incendiarie” del segretario nazionale della CGIL Maurizio Landini nel chiamare a raccolta in piazza a fine novembre per lo sciopero generale una vera e propria «rivolta sociale» contro la Manovra e contro l’esecutivo di Centrodestra. L’appello è volto a moderare sempre le parole e piantarla con la cultura della “tolleranza con la violenza”: così l’esponente di FdI conclude dicendo che ad esempio non essere chiari nel difendere le forze dell’ordine dopo eventi come quelli di Bologna è grave, «Il diritto allo sciopero è sacrosanto» anche per motivi politici, il problema è nei modi e nelle parole che da Landini in giù «può tradursi – anche se contro la sua volontà – in atti violenti».