Egregio direttore,
ero stato facile profeta, non certo per arti divinatorie che non posseggo ma perché è nella natura delle cose, o meglio nella natura di alcuni dei partiti di oggi (chi ha introdotto il bonus del 110%?). Infatti, di fronte alla proposta Schlein (Pd) di portare il Fondo sanitario nazionale (FSN) al 7,5% del PIL, ed avendo commentato che la proposta non aveva copertura finanziaria, scoperto per scoperto (o debito per debito) avevo provocatoriamente scritto: “perché limitarsi ad una proposta così ‘modesta’? Perché fermarsi al 7,5% e non puntare più in alto, all’8% o 9%”? Detto, fatto: ecco che subito è arrivata la contro proposta del Movimento 5 Stelle (M5s): FSN al 8% del PIL.
Sembra di essere ad una asta da Sotheby’s: chi offre di più? Chi è il prossimo che fa la proposta di salire al 9% del PIL? Non oso fare previsioni (ne ho centrata casualmente una: è più che sufficiente), ma non mi meraviglierei se qualcuno azzardasse: tanto soldi non ce ne sono e non si sa dove trovarli, e spararla grossa non costa nulla e non si paga dazio. Dobbiamo forse rivolgerci anche noi, come ha fatto di recente l’Inter, a qualche fondo americano che abbia voglia di comperare il nostro servizio sanitario? Aperta parentesi: ma questo M5s è lo stesso M5s che aveva sia il presidente del Consiglio che il ministro della Salute, cui non è mai passato per la testa di portare il FSN al 8% del PIL? Ah già, che sciocco che sono: ma a quel tempo era in maggioranza e non all’opposizione. Chiusa parentesi.
Solo per completare l’informazione, si deve aggiungere che la proposta M5s non prevede solo che il FSN salga al 8% del PIL ma, ipotizzando che il PIL possa diminuire e che quindi diminuisca corrispondentemente il fondo sanitario, si dice anche che ogni anno l’aumento del FSN debba essere il doppio del tasso di inflazione: non solo una torta più grande, quindi, ma una torta più grande e con l’aggiunta di una “ciliegiona”.
Alla proposta Schlein avevo associato l’immagine di Paperon de’ Paperoni, pensando a quella del M5s mi viene invece in mente Pinocchio ed il paese dei balocchi oppure Boccaccio ed il paese di Bengodi (VIII giornata del Decameron, III novella: Calandrino e l’elitropia). Che ci sia bisogno di più risorse in sanità è evidente e non mi risulta che ci siano obiezioni in proposito, ma se più governi queste risorse o le hanno tolte o non ne hanno messe a sufficienza un motivo ci sarà, e non credo che il motivo sia il disinteresse per la sanità: penso invece che sia la difficoltà a trovare più risorse facendo però quadrare i conti di tutta l’amministrazione dello Stato (che non è fatta solo di sanità).
E quale è la soluzione suggerita dal M5s per arrivare al 8% del PIL? Lo dice l’art. 5 (disposizioni finanziarie) della proposta: “si provvede mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica … che assicurino minori spese”. E se non si riesce attraverso questa strada (o non basta)? “Sono disposte le variazioni delle aliquote di imposta e la riduzione delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti”. Tradotto: “danè ghe n’è minga”, direbbero a Milano, però si può sempre ricorrere ad un bell’aumento delle tasse. Grazie.
Ed a proposito di risorse e della necessità di aumentarle è ormai anche molto chiaro che l’incremento di risorse non è sufficiente per risolvere i problemi del nostro servizio sanitario e che bisogna allargare la visuale. Rebus sic stantibus, non sarebbe meglio, invece di giocare a chi è più Pinocchio (cioè, a chi dice la bugia più grossa), mettersi attorno ad un tavolo e provare ad iniziare una riflessione seria su come riformare il servizio sanitario? Una riflessione che necessariamente prenderà i suoi tempi, ma che è l’unica che può portare a interventi significativi. Non servono iniziative tappabuchi, che soddisfano l’esigenza della politica di trovare soluzioni (?) in fretta ma che finiscono sempre col risultato che “la toppa è peggio del buco”: ed il nostro SSN ha bisogno di tante piccole e grandi cose, ma non di una toppa che sia peggiore del buco.
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