Difficile dire se alla fine, a fare la differenza, sia stata la maggior freschezza degli azzurri dopo il massiccio turn over europeo o semplicemente il differente tasso tecnico tra le due formazioni. L’Udinese arrivava al San Paolo galvanizzata dall’impresa di Anfield, ma con numerosi titolari costretti alla seconda partita in quattro giorni. Serviva in ogni caso una vittoria e la vittoria è arrivata. Come già avvenuto con Sampdoria e Fiorentina non è stato un successo particolarmente spettacolare, gli uomini di Mazzarri si sono dovuti aggrappare alle individualità e ad un castello difensivo che, se si esclude la disattenzione sul gol di Pinzi, ha retto ancora una volta molto bene. Il Napoli resta insomma attaccato alla Juventus al termine di questo secondo mini ciclo stagionale. Alimenta i sogni proibiti con una prova estremamente concreta, sintesi perfetta di questo inizio di campionato. Pallino del gioco lasciato in mano ai friulani, diga di centrocampo bassa, bassissima, e folate offensive affidate all’estro di Hamsik, capitano e leader indiscusso di questa squadra. Lo slovacco ha raggiunto una maturità tecnica e psicologica che esula dalla rete odierna, ma si evidenzia nella sua capacità di sobbarcarsi costantemente il lavoro di transizione tra le due fasi. Quando il Napoli si divide in due tronconi è infatti proprio lui a venirsi a prendere il pallone nella propria metà campo e trasformare l’azione da difensiva in offensiva. Svolge il ruolo che fu di Lavezzi, ma lo fa senza l’atleticità dell’argentino. Sostituendo la velocità di gambe con una rapidità di pensiero impressionante che permette una maggiore concretezza nel momento di aggredire gli spazi in contropiede. È però nell’altra fase di gioco che il Napoli sorprende maggiormente, in quella gestione difensiva che l’anno scorso fu croce e che oggi pare delizia. Gli azzurri sono, attualmente, la miglior difesa del torneo e nonostante la squalifica di Cannavaro hanno ampiamente superato l’esame Udinese. Merito di una maggior concentrazione, ma anche dell’innesto di un Valon Behrami fondamentale. L’ex Fiorentina è riuscito a far quadrare i conti con la sua capacità di abbassarsi sino alla terza linea e dare una mano ad una retroguardia priva di un vero e proprio fuoriclasse. L’unione fa la forza ed è così che Mazzarri, pur lasciando che siano sempre gli avversari a far la partita, riesce a reggere l’onda d’urto e riducendo al minimo i pericoli. Al netto di una partita giocata per buona parte nella propria metà campo, le occasioni migliori sono infatti state tutte per gli azzurri. Capaci di stordire i friulani con la zampata di Hamsik ed allungare grazie a Pandev.
Non è di certo tutto oro quel che luccica, perché alcuni difetti di fabbrica continuano a persistere. La difficoltà nel chiudere le partite ed il costante abbassamento del baricentro non appena si trova il vantaggio sono vizi costati diversi punti nelle passate stagioni. Così come persiste l’incapacità di gestire il possesso palla ed addormentare la partita quando le energie fisiche e mentali vengono meno. Nonostante tutto comunque, con tutti i suoi problemi ed i suoi limiti, il Napoli rimane lì, aggrappato alla vetta. Nella trasferta dello Juventus Stadium ci si arriverà a pari punti, ma con la consapevolezza che per uscirne indenni servirà tutta un’altra prestazione.
(Massimiliano de Cesare)