Rendiamo grazie al Matador, l’avevamo detto non più tardi di lunedì scorso e lo ripetiamo quest’oggi. Quella di Firenze, a dire il vero, è però la vittoria dell’intera squadra di Mazzarri, raramente così concentrata e letale in questa stagione. Un Napoli che ha ricordato da vicino quello della scorsa annata, non spettacolare ma guardingo in fase difensiva e letale quando c’è da ripartire negli spazi aperti. Incontenibile quando sprigiona la potenza del suo tridente offensivo, tornato sui livelli che gli competono dopo una fase di appannamento. Guai a gridare all’immediata risurrezione in chiave terzo posto, l’altalena dei risultati è stato infatti il vero tallone d’achille della formazione partenopea in questa prima metà di stagione. La continuità passerà inevitabilmente dalle sfide interne e da un girone di ritorno in cui si potrà sbagliare davvero poco. La sfida del Franchi fornisce comunque alcune indicazioni importantissime: innanzitutto la difesa, giunta alla quarta sfida consecutiva senza incassare reti. Fondamentali in questo senso “gli acquisti” di Britos e Grava, importanti rincalzi alla coppia Campagnaro-Aronica. In particolare l’uruguaiano è apparso solido e concentrato e, se nella sfida interna con il Chievo, il gol era servito a mascherare qualche incertezza di troppo in difesa, quest’oggi al cospetto della coppia Amauri-Jovetic ha sfoderato una prestazione importante; quasi senza macchia. Da sottolineare anche il risveglio di Inler che raccoglie il secondo indizio dopo la bella prestazione di lunedì e prova a ridefinire i connotati della sua stagione. Non siamo ancora sui livelli di Udine, ma la strada imboccata è quella giusta. Buona la prova anche di Dzemaili, ma più in generale è tutto il Napoli a dimostrare personalità alla vigilia della sfida più importante nella sua storia recente. Superata la Fiorentina bisognerà adesso dimostrare che la concentrazione può essere dilatata e mantenuta per più di un impegno. Finora il preludio alle imprese europee erano sempre state partite sottotono, quest’oggi non è andata così ma invertire in toto il trend, giunti a questo punto, sarebbe un peccato delittuoso. In quest’ottica lascia ben sperare il primo turn over positivo della stagione operato da Mazzarri, ma come sempre, con una squadra così lunatica tutto dipenderà dalla serata. Per sperare nell’ennesima notte magica, il San Paolo inizia già a ribollire di passione, ci perdoni il campionato se per questo week end lo seguiremo con occhi distaccati.

Occorrerà riscaldare i cuori e la voce. I tre tenori, invece, tengano in allenamento la mente e le gambe, martedì va in scena la prima e perché questa sia buona, serve un acuto di quelli chiari e netti. Tra tre giorni c’è la possibilità concreta di fare la storia; il Chelsea di Villas Boas, sulla carta, fa meno paura di quanto preventivabile. E forse è proprio questo a mettere i brividi ad ogni supporters partenopeo degno di tal nome. Aldilà di ogni scaramanzia la speranza è che la carica arrivi da quell’inno e da quell’urlo dell’impianto di Fuorigrotta che hanno sin qui accompagnato le migliori imprese della stagione azzurra. Si vada con la spavalderia di chi non ha nulla da perdere ed il rispetto e l’umiltà dell’Underdog. Avanti azzurri, legittimiamo la nostra presenza tra i colossi del calcio. Spolveriamo la fionda, per abbattere Golia ne avremo tanto bisogno.

 

(Massimiliano de Cesare)