Un pranzo pesante che poteva risultare indigesto ed assimilato grazie alla mano inattesa di Valeri. Nella settimana dei veleni e delle polemiche arbitrali, il Napoli non si sottrae al trend generale e vive l’ennesima partita destinata a suscitare polemiche su polemiche. Spiace, sportivamente, per il Parma, colpito ancora una volta dagli infortuni dei direttori di gioco e sicuramente meritevole di maggiore fortuna nel doppio confronto con Genoa e gli azzurri. Spiace per Donadoni, non fortunatissimo con i fischietti anche nella sua breve esperienza partenopea. In un mondo ideale tutto questo non dovrebbe succedere, e Buffon dovrebbe ammettere che il pallone di Muntari è entrato di almeno un metro. Bisogna però ricordare ai lor signori che questo non è un mondo ideale. E quindi mettendo da parte i facili moralismi, sarebbe meglio non demonizzare i protagonisti e non crocifiggere i fischietti. Piuttosto basterebbe ragionare sulle soluzioni da apportare per evitare questi errori lapalissiani. Capita dunque di andare a vincere al Tardini, con una delle prestazioni più brutte di stagione e dell’intero corso Mazzarri. Può succedere anche che Lavezzi scatti almeno un metro in fuorigioco e confermi una fame di gol mai vista nella sua carriera. Lo stesso Pocho che davanti alla porta vuota prende il palo e non scrive la parola fine sull’incontro con qualche minuto d’anticipo. Andare a fare le pulci sulla prestazione dell’attaccante argentino però sarebbe davvero ingeneroso. Si prendono i tre punti e poco altro, perché sul suolo emiliano si assiste ad una prestazione indecente. Gli azzurri, presto costretti a ridisegnare la retroguardia per gli infortuni di Britos e Grava, appaiono svagati in fase difensiva, molto imprecisi nella circolazione della palla ed assolutamente privi di idee quando c’è da imbastire la manovra. La vittoria è un miracolo sportivo, giustificabile solo con le sviste di Valeri e la presenza di assoluti campioni nell’attacco partenopeo. Anche quando i gregari non corrono, infatti, i tre tenori si caricano sulle spalle la squadra servendo tre punti importantissimi. Hamsik, diventa l’anello di raccordo per le poche ripartenze partenopee; l’attaccante-terzino Cavani fa tutto lui: copre le voragini difensive, si guadagna il rigore, lo sbaglia e segna sulla ribattutta.

Poi c’è Lavezzi, in assoluto il migliore in campo. Nonostante la vittoria comunque, il bicchiere di giornata è mezzo vuoto. D’accordo la vittoria, ma difficile credere che con un’altra prestazione del genere gli azzurri possano uscire dal campo anche solo con un pareggio. Settimana prossima arriva un’altra brutta bestia per i colori azzurri, il Cagliari e servirà sicuramente un altro Napoli.