Dopo la scorpacciata delle riservissime in Europa League, la trasferta di Catania si presentava come un banco di prova importante per comprendere le reali ambizioni di questo Napoli. Lontano dalle contingenze del campo e dagli episodi, un punto strappato in una trasferta dura come quella del Massimino risulta ampiamente accettabile. Per usare altri termini, a priori, più di un supporters di fede azzurra avrebbe firmato per uscire con un risicato pareggio dalla sfida contro gli uomini di Maran. Se però dopo soli due minuti un clamoroso infortunio di Alvarez, ti spiana la strada ad una giornata da vivere in superiorità numerica, a quel punto le prospettive cambiano. Il test della squadra matura passa nell’imporre il proprio ritmo e portare a casa tre punti pesanti. Macigni che sarebbero stati inamovibili considerando le contemporanee frenate delle milanesi. Il Napoli di Catania decide però di non promuoversi, strappa un rimando a settembre tipico dello studente bravo che non si impegna. Costretto ad imporre il pallino del gioco e non agire di rimessa, penalizzato dalle giornate opache delle bocche di fuoco, il gruppo di Mazzarri si fa imbrigliare dalla sagacia dei padroni di casa. Traccheggia senza affondare il colpo sin dal terzo minuto, aspettando che il vantaggio piova dal cielo. Il movimento senza palla manca e la solida difesa etnea ha la meglio limitandosi all’attenta copertura degli spazi. Sulle fasce la semplice presenza di Marchese e Bellusci si rivela sufficiente nell’ingolfare gli sbocchi offensivi degli spenti esterni partenopei. Si converge tutti al centro, aspettando fiduciosi: così per 88 minuti. Gli ingressi di Insigne e Vargas regalano giusto un pizzico di speranze in più, non sufficienti però per sbloccare una partita tanto complicata. A quel punto servirebbe l’episodio, una rete da calcio piazzato che cambi il corso della gara. Ci si affida alla fortuna che è ceca ed anche bara. Succede così che la dea bendata decida di darti una mano, ma lo faccia nella maniera che meno ti aspetti. Non convertendo in rete uno dei confusionari attacchi a testa bassa, ma soffiando quel poco che basta per mandare il diagonale di Gomez ad impattare con il palo esterno ed evitarti la beffa di una sconfitta che si considerava impensabile. Onore al Catania, protagonista di una prestazione tatticamente gagliarda e unica squadra a credere davvero alla vittoria, per gli azzurri, invece, la prima prestazione negativa della stagione, coincide comunque con un pareggio su un campo difficile. In uno stadio storicamente ostico per i nostri colori. Può essere questo il bicchiere mezzo pieno di una giornata comunque amara.

Le difficoltà dei partenopei di fronte a squadre chiuse ed improntate alla difesa del punteggio persistono. Bisognerà sperare che si tratti solo di una giornata negativa e non di un problema atavico che caratterizzerà anche questa stagione. Il primo test importante in questo senso sarà la sfida di mercoledì contro la sorprendente Lazio di Petkovic, altro avversario che, per caratura e caratteristiche tecniche, può dirci qualcosa in più sul livello degli azzurri e sulle prospettive stagionali.

(Massimiliano de Cesare)