Il futuro dell’Italia è riassunto in soli centoventi secondi: due minuti esatti. Questa la durata del primo intervento pubblico del già Governatore della Bce Mario Draghi e oggi potenziale futuro Premier del nostro Paese: per correttezza attendiamo l’esito delle consultazioni e il successivo passaggio in sede parlamentare al fine di poter definitivamente comprovare la titolarità dell’auspicata investitura a leader del nostro Paese. Nonostante questa obbligata prassi, vedere il Governatore all’opera, implica un desiderio che si amplifica con il trascorre delle ore e confidiamo che tutto si possa concretizzare al più presto.
C’è bisogno di agire in fretta e lo stesso Prof. Mario Draghi lo ha subito indicato nei primi passi del suo discorso: «È un momento difficile». Questa considerazione ritrova un pronto riscontro immediato attraverso i numeri del nostro Paese.
Istat, a inizio mese, ha diffuso i dati sulla stima preliminare del Pil italiano che nello scorso anno ha visto una diminuzione dell’8,9%. Tale rilevazione è migliore delle attese, ma è innegabile quanto il gap economico sia impetuoso e drammaticamente significativo. Ecco tramutata in numeri quella primaria considerazione («È un momento difficile») che il futuro Premier ha voluto chiarire fin da subito: a tutti, proprio tutti, nessuno escluso e, ancor più, ai suoi principali destinatari: «Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, e i gruppi parlamentari, e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e con essa la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all’appello del Presidente della Repubblica».
Sempre nei centoventi secondi del Prof. Mario Draghi sono stati indicati gli obiettivi che il Paese dovrà conseguire: «Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese, sono le sfide che ci confrontano».
Non possiamo considerarli traguardi ambiziosi, ma, al contrario, sono mete indispensabili che il Paese Italia dovrà raggiungere in un arco di tempo molto circoscritto.
Infine, sempre tratto dalla “dichiarazione d’intenti” del già Governatore, ecco palesarsi – senza possibili fraintendimenti – l’obiettivo individuale dell’attuale futuro Premier: «Abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese». Per alcuni, una chiosa simile, e soprattutto in ambito istituzionale, potrebbe apparire scontata e “doverosa” ai fini comunicativi. Al Prof. Mario Draghi questo non serve: parlano i suoi trascorsi, lo dimostra la storia dell’Europa che lui stesso ha contribuito a salvare e, nota da ben ricordare e mai trascurare, la sua inestimabile credibilità personale.
Chiunque non dovesse comprendere il valore di tale personalità alla guida del proprio Paese nasconde due sole alternative: un serio conflitto di interesse oppure un’incurabile “miopia” culturale. Sono serviti centoventi secondi per rappresentare l’Italia, ora, serve un “solo” istante per dire sì.
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