La solitudine nuoce gravemente alla salute, al pari di 6 bicchieri di vino o di 15 sigarette al giorno. Studi condotti su 300mila persone ci dicono che i soggetti con una maggiore connessione sociale hanno una sopravvivenza più alta del 50%. A spiegarlo è stato Claudio Mencacci, direttore emerito di Neuroscienze all’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano e co-presidente Sinpf (Società italiana di neuropsicofarmacologia). L’esperto, parlando nel corso della conferenza “Demenza e declino cognitivo: scatta l’emergenza anche in Italia”, ha spiegato che la “vita sociale può veramente contrastare quello che è il decadimento cognitivo così come le cure mediche e il mantenimento delle proprie condizioni di salute generale sono indispensabili”.



Proprio per rispondere all’esigenza di incentivare i rapporti sociali, soprattutto per i più anziani, l’Oms ha istituito una Commissione sulla connessione sociale, con l’obiettivo di affrontare il tema e “promuovere la connessione sociale come priorità”. Secondo il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, gli “alti tassi di isolamento sociale e solitudine in tutto il mondo hanno gravi conseguenze per la salute e il benessere”. Secondo l’esperto “le persone senza connessioni sociali abbastanza forti sono a maggior rischio di ictus, ansia, demenza, depressione, suicidio e altro ancora”.



Solitudine, il piano dell’OMS per combatterla

“Questa Commissione dell’Oms aiuterà a stabilire la connessione sociale come priorità sanitaria globale e condividerà gli interventi più promettenti” ha spiegato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Non avere abbastanza contatti sociali comporta infatti un rischio di morte prematura equivalente, o addirittura maggiore, a quello di altri fattori di rischio come il fumo, il consumo eccessivo di alcol, l’inattività fisica, l’obesità e l’inquinamento atmosferico spiega Quotidiano Sanità, citando il rapporto Oms. Grave l’impatto della solitudine anche sulla salute fisica e mentale: si tratta di uno stato collegato all’ansia e alla depressione che può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari del 30%.



La nuova Commissione dell’Oms si occuperà dunque di definire un’agenda globale sulla connessione sociale per offrire soluzioni in grado di guidare i vari Paesi nell’assistenza a chi è sottoposto a solitudine. “Sono entusiasta di lavorare a stretto contatto con un gruppo eccezionale di commissari per promuovere la connessione sociale, una componente vitale del benessere. Insieme, possiamo costruire un mondo meno solitario, più sano e più resiliente” ha dichiarato il chirurgo generale Vivek Murthy. “Abbiamo l’obbligo di attuare gli stessi investimenti nella ricostruzione del tessuto sociale della società che abbiamo fatto per affrontare altri problemi di salute globale, come l’uso del tabacco, l’obesità e la crisi delle dipendenze” ha concluso il medico.