Il Codice Buonarroti o, per meglio dire, quell’universo di segreti ancora irrisolti ed affascinanti enigmi che ancora resistono attorno alla figura di Michelangelo (1475-1564), uno dei più grandi artisti di tutti i tempi e figura cardine del Rinascimento italiano al pari di Leonardo da Vinci, suo eterno rivale-collega: è in questo modo che si può sintetizzare l’alone di culto e mistero attorno alla cosiddetta stanza segreta del pittore, scultore e architetto originario del comune toscano di Caprese, e che nel 2020 sarà proprio protagonista di una vera e propria rinascita. Infatti, a oltre quattro secoli dalla scomparsa di Michelangelo, quest’anno diverrà visitabile infatti quella perla nascosta nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo in quel di Firenze, un luogo che tornerà a rivivere grazie a un progetto multimediale ad hoc e che è strettamente legata alla figura di Michelangelo che proprio qui vi soggiornò per un brevissimo periodo. Ma cosa c’è in questa stanza segreta la cui stessa esistenza in passato era stata messa in dubbio o ritenuta solo una delle tante leggende sorte attorno al Maestro toscano?



NELLA STANZA SEGRETA DI MICHELANGELO A FIRENZE

La stanza segreta di Michelangelo a Firenze altro non è che un minuscolo locale di due metri per sette con una finestrella e ricavato al di sotto della Sagrestia Nuova (uno dei maggiori capolavori lasciatici in eredità dall’artista) della Basilica che si trova nell’omonima piazza del capoluogo toscano: si tratta di un luogo di culto per tutti coloro che amano Buonarroti perché qui si trovano alcuni schizzi a carboncino delle opere che successivamente realizzerà e dove trascorreva le giornate riflettendo, senza dimenticare che il diretto interessato visse proprio qui per tre mesi nell’anno 1530, nascondendosi dalla furia della potente famiglia dei Medici che al ritorno dal loro esilio lo bollarono come ribelle e traditore “repubblicano”, ed è anche questo il motivo per cui vi si poteva accedere solo attraverso una piccola botola. La sua scoperta è tuttavia relativamente recente dal momento che risale al 1975 grazie a Paolo Dal Poggetto (purtroppo scomparso proprio lo scorso anno) che era allora direttore delle Cappelle Medicee: durante un’esplorazione dei locali al fine di trovare un nuovo percorso per i turisti rinvenne la botola che, grazie ad alcuni gradini di pietra, lo condussero in questo locale di forma oblunga in cui su trovò di fronte questi grandi disegni realizzati da Michelangelo che… per ammazzare il tempo diede sfogo in questo modo alla sua arte. Non essendo firmati, tuttavia, oggi è aperto il dibattito se possano essere tutti attribuiti a lui dato che nel caso di alcuni la mano che vi è dietro sembrerebbe troppo “amatoriale”.

I SEGRETI E I MISTERI ANCORA IRRISOLTI

Ad ogni modo chi in futuro visiterà le sopra menzionate Cappelle Medicee, ossia quei luoghi di sepoltura destinati ai più illustri esponenti della famiglia Medici e che oggi sono un museo ricavato in alcune delle aree della basilica di San Lorenzo, grazie proprio a una delle ultime volontà di Dal Poggetto si troverà di fronte una sorta di tesoro nascosto e che dice molto del Michelangelo più ‘privato’ al di là delle opere pubbliche e che da secoli sono oramai patrimonio dell’umanità. In passato la stanza segreta era accessibile solo agli studiosi (mentre dal 2013 anche al pubblico ma solo attraverso un’installazione multimediale al di fuori della stanza): qui Michelangelo disegnò non solo a carboncino alcune studi di opere che avrebbe poi realizzato, tra cui proprio quelle della Sagrestia Nuova, ma anche rivisitazioni del celeberrimo David in Piazza della Signoria o di altri suoi lavori nella Cappella Sistina. Tra i misteri che aleggiano attorno a questo luogo tanto minuscolo quanto ricco di storia, e in cui i disegni sono rimasti a lungo nascosti sotto uno strato di biacca, c’è uno dei graffiti ritenuto oggi un possibile autoritratto dell’artista stesso e che mostra una figura china su se stessa. Ma questo è solo uno dei piccoli misteri che aleggiano ancora attorno alla stanza segreta di Michelangelo, luogo dell’anima dell’artista dove, al di là del tempo che effettivamente vi trascorse e della reale attribuzione di tutti i disegni alla sua mano, è bello immaginare il genio intento a creare e andando oltre i limiti angusti imposti da quel nascondiglio di fortuna.

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